"Blaze è stato concepito dalla nostra parte più viva" - INTERVISTA AI VANDEMARS

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1. Vandemars, cosa si nasconde sotto questo nome? Parlateci di voi, delle vostre passioni, di come avete iniziato a far musica, di come vi siete incontrati...

Vandemars è la necessità di incontrarci, ascoltarci e raccontarci. Il nostro è un connubio di anime, unite dal bisogno di trovare un posto nel mondo che sia davvero nostro e che ci rappresenti. E come ogni avanguardia, questa nostra ‘Avanguardia di Marte’ sceglie di esprimersi liberamente, non appartenendo ad un genere prestabilito.

In estrema sintesi nasciamo nel 2005 come quintetto rock un po’ ‘anomalo’, con la presenza di un clarinetto, maturiamo con una formazione a 5 elementi, con due chitarre, formazione che ha portato alla luce il nostro album di debutto, Blaze (uscito il 26 Aprile scorso). Infine di recente viviamo un nuovo cambiamento che ci trasforma in un quartetto: voce, chitarra, basso e batteria. Dicembre 2011 ha portato con sé l’ingresso definitivo nella “Vandemars family” di Stefano Bechini alla batteria, nostro sound engineer di studio da anni e co-produttore artistico insieme a Paolo Benvegnù di Blaze.

 

2. Come nasce "Blaze"? Da quali esigenze/necessità proviene? 

Blaze nasce dall’improvvisazione. Spesso i brani che ne fanno parte sono nati da una linea di batteria e voce e poi sono seguite le parti degli altri strumenti. L’arrangiamento, lo ‘smussamento degli spigoli’ e la forma definitiva è arrivata al termine della pre-produzione e poi in studio, grazie ad una fruttuosa collaborazione con Paolo Benvegnù e Stefano Bechini.

Blaze è stato concepito dalla nostra parte più viva, quella stessa che ci spinge alla ricerca di un dialogo con l’Altro, all’incontro/scontro con i nostri diversi sè e con gli altri. Racconta del fuoco che custodiamo dentro e che quotidianamente ci porta nel mondo.

 

3. Voi siete toscani, c'è una bella realtà musicale dalle vostre parti, un bel fermento artistico. Come vi rapportate voi all'ambiente che vi circonda?

La scena musicale toscana è ricca e i musicisti non mancano. Secondo noi ha partorito, per sua fortuna, grandi gruppi come i Virginiana Miller, La Macchina Ossuta, gli Oshinoko Bunker Orchestra e molte altre giovani band davvero valide come i Ka Mate Ka Ora. Ultimamente abbiamo ascoltato con piacere il lavoro dei Verily So ed il progetto Vil Rouge della cantautrice Valeria Caliandro. Inoltre vorremmo ricordare due grandi gruppi a noi molto cari, i Dondolaluva e gli Autoblastindog, da apprezzare e stimare per originalità, veridicità e genuinità.

 

4. Come definireste il vostro sound? Potendo etichettarvi quale categoria musicale scegliereste per voi?

Vandemarsiano ?! …Non amiamo molto definizioni o classificazioni che in qualche modo “inscatolano”. Ma siamo felici che chi ha recensito ‘Blaze’ abbia saputo trovarci dentro un pò di tutto, dal grunge, al post-punk, sino al post-rock. Comunque ‘Alternative rock' è l’etichetta che abbiamo scelto fino ad oggi per definirci.

 

5. Cosa rappresenta per voi il 'fare musica'?

E’ l’artigianato dell’anima. Mettersi completamente a nudo. Confrontarsi. Giocare. Perdersi. Lavorare. Ritrovarsi. Nutrire i cambiamenti. Amarsi, cercando di saziare una sconfinata fame di vivere.

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6. Quali sono le vostre influenze? Ascoltate tutti lo stesso tipo di musica?

Ognuno di noi ha nutrito il sound con i propri gusti musicali fino a crearne un’amalgama Vandemarsiana. Potremmo nominare Patti Smith, PJ Harvey, i Sonic Youth o i Tool che hanno stregato Stefano il nostro chitarrista e Francesco il nostro bassista. E poi tutto il Blues del mondo. Il Noise…Il Silenzio.

 

7. Quali sono i progetti per il futuro? Live? EP? Nuovo disco? Collaborazioni? Festival?

Attualmente siamo in fase di scrittura di nuovi brani e di pre-produzione del prossimo album. Ci auguriamo di entrare presto in studio per registrare. I progetti per il futuro quindi sono sicuramente quello di suonare sempre di più e in posti sempre nuovi, perché la nostra ‘Marzianità’ ha bisogno di incontrare ‘mondi nuovi’.

 

8. Come vedete oggi la situazione dei live in Italia? Dalle vostre parti ci sono posti che promuovono la musica live? Quali sono state le vostre esperienze al di fuori della Toscana?

La situazione dei live in Italia è abbastanza triste, asseconda un po’ il trend di questo particolare momento storico, di questa famigerata ‘Crisi’. Molte band valide e pochi luoghi veramente adatti e progettati per accogliere musica live. In Italia nessun gruppo svincolato dalla logica dell’ ufficio stampa – booking agency - etichetta indi(e)pendente può suonare quanto vorrebbe o meriterebbe. Poi la maggior parte dei gestori dei locali preferisce investire e dare spazio a cover-band e DJ-set. Infine se si considera che il circuito della musica indipendente italiana è gestito per lo più da un’unica e piuttosto omologata cerchia di professionisti, e che la pratica del talent–scouting è morta ormai da anni, si capisce come la situazione dei live, tranne rare eccezioni ed eccellenze, sia inaridita e appiattita da logiche e pratiche di stampo nepotista, come un qualsiasi Ufficio Comunale.

Fuori dalla Toscana abbiamo suonato principalmente a Roma e Bologna e sono state esperienze meravigliose.


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