INTERVISTA CON MARCO RO'

Abbiamo contattato MARCO RO' che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo "A UN PASSO DA QUI", ci ha parlato delle sue nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro.

Buona lettura.


MARCO RO cover disco1.Chi è MARCO RO’ secondo MARCO RO’?
Un ostinato sognatore.

2.Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Direi che è il modo migliore che conosco per raccontarmi. Ciò che ritengo fondamentale è che questa esperienza narrativa sia innanzitutto sincera, ma anche emozionante e piena di speranza.

3.Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?
La musica è e deve essere magia. Dell'anima innanzitutto, nella sua componente più legata alle emozioni naturalmente. Ma il compito di chi fa arte, secondo me, è anche quello di comunicare messaggi in grado di far riflettere, magari su temi e aspetti meno immediati delle nostre vite e della società in genere.  

4.Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “A UN PASSO DA QUI”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il brano “A un passo da qui” prende spunto dalla testimonianza - raccolta da Laura Tangherlini (giornalista e conduttrice di Rainews24) nel volume "Libano nel Baratro della crisi Siriana" - della piccola profuga Reema, bambina siriana di 8 anni. Reema, facendo un appello al popolo arabo affinché la guerra finisca presto, racconta di come ciò che più le manchi sia la scuola, la sua cartella e le sue matite colorate. Un brano che ha dato il nome al progetto di sensibilizzazione sul dramma dei profughi siriani, che da anni porto avanti con Laura, e poi al mio disco. Tutte le canzoni dell'album sono il racconto di un viaggio: a Mosca, ad esempio, dove fra il 2013 ed il 2014 ho tenuto una serie di concerti, è nata la bella collaborazione con Kira Franka, attraverso una canzone, “Mosca Mon Amour”, che ironicamente celebra i due paesi con liriche in italiano e in russo. In Libano e in Turchia abbiamo fatto cantare bambini e adulti a Reyhanli e nel campo profughi di Burj El Shemali sulle note di “Dune”. Ad Abbey Road, dove ho registrato la voce di “One Step”, versione inglese di “A un passo da qui”, ho conosciuto dei ragazzi eccezionali con cui abbiamo improvvisato delle sessioni creative. In realtà tutto è avvenuto in modo abbastanza naturale, ed il disco rappresenta di fatto il diario di questo viaggio. Un viaggio che, come nel brano "Immagini a righe" (che canto assieme al grande Marco Conidi) è anche inteso come percorso di riflessione sulla vita (non è forse il nostro viaggio più importante?) sulle "gabbie comportamentali" che a volte ci costruiamo da soli.

5.Sei un cantautore romano e racconti la quotidianità e le problematiche sociali. Come ti rapporti con la “scena cantautorale romana”? Quanto una città come Roma può essere fonte di ispirazione nella scrittura di un disco?
Roma è Roma. Ti basta uscire la sera per fare una passeggiata nella storia e tra le storie di chi questa meravigliosa città la abita e chi la frequenta soltanto per poco. Solo respirarne l’aria è di per sé fonte di ispirazione. Inoltre da sempre è una fucina di talenti. Penso al Folkstudio, E via via negli anni a Il locale di vicolo del Fico, al Lian club, al Contestaccio fino ad arrivare al Mons e all’Asino che vola... tutti posti a Roma dove la musica è sempre stata l’unica protagonista.

6.Ascoltando le canzoni del disco emergono dei colori vocali molto particolari, molto intensi ed eleganti. Che peso ha la vocalità nei tuoi brani rispetto alla musica o al testo?
Nel canto cerco di prediligere l’interpretazione, E ciò che cerco di fare è solamente rivivere le emozioni che racconto assieme al pubblico. La tecnica in questo ti aiuta molto, E per quella devo senz’altro ringraziare il mio amico, maestro e produttore Fabrizio Palma.

7.Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente tanto live. Dopo mi piacerebbe pubblicare il materiale registrato a Londra qualche mese fa. E poi vedremo :)

8.Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Quello di ogni musicista. Suonare, suonare, suonare. Arrivare a più persone possibili, non smettere mai di sognare.

9.Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Per restare in italia ti direi sicuramente L’orchestraccia, i Perturbazione e Mirkoeilcane.