"La mia musica autobiografica..." : intervista a EDOARDO BORGHINI

Abbiamo contattato EDOARDO BORGHINI che esce oggi 6 dicembre 2013 col suo nuovo singolo (accompagnato da un bellissimo videoclip) dal titolo “Ci riproviamo, ci ricaschiamo” che anticipa il suo nuovo disco in uscita a inizio 2014 dal titolo "Fumare per noia". Ci ha raccontato le sue nuove canzoni, le differenze tra il nuovo materiale e il precedente, i suoi progetti futuri, i suoi gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

 

phpfwCv8xAM1. Chi è Edoardo Borghini secondo Edoardo Borghini?

Edoardo Borghini è una persona come tante,è una persona tra tante che ha da dire qualcosa..e lo fa attraverso delle canzoni.

 

2. Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?

La mia musica è principalmente autobiografica: nelle mie canzoni racconto cose, esperienze, sensazioni e sentimenti che ho vissuto e nelle quali anche altre persone possono ritrovarsi. Se dovessi dare tre aggettivi alla mia musica, direi: autobiografica,intima e nebulosa (eh,eh).

 

3. Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?

Per me tutto è musica ed è una delle poche cose delle quali non potrei fare a meno: proprio perché riesco ad esprimere veramente me stesso soltanto quando scrivo, credo che senza musica la mia vita non avrebbe più un senso.

 

4. Oggi esce il videoclip del tuo nuovo singolo dal titolo “Ci riproviamo, ci ricaschiamo” che anticipa l'uscita del tuo disco dal titolo “Fumare per noia” prevista per inizio 2014. Innanzitutto: Come mai la scelta di questo singolo per introdurre il nuovo album? Come è nato“Fumare per noia”? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?

La scelta di “Ci riproviamo,ci ricaschiamo” come singolo per introdurre il nuovo album è venuta a me ed il mio produttore artistico Marco Baracchino (che saluto) ha immediatamente accettato: è la storia di due persone che sono state fidanzate e si sono amate tanto; si sono poi lasciate perché il sentimento d’amore da parte di una delle due si è esaurito e a distanza di un po’ di tempo si ritrovano, ci riprovano, accorgendosi però che nulla è più come prima. Il video, a mio parere, rende bene l’idea: un lui e una lei ormai esauriti, annichiliti e annullati che, nonostante abbiano le stesse abitudini, non hanno ormai più nulla di nuovo da dirsi. Una esperienza che mi ha toccato da vicino e che forse un po’tutti, almeno una volta, abbiamo vissuto. L’idea di “Fumare per noia” nasce dalla mia esigenza di fissare dei pensieri in musica; alcuni mesi fa sono entrato in studio di registrazione con i provini dei brani in versione voce e chitarra acustica e insieme a Marco Baracchino abbiamo deciso di riarrangiarli in una particolare direzione che, dopo vari tentativi, si è ben definita. Il disco è prodotto da Marco Baracchino ed uscirà per l’etichetta indipendente Vinile-Myrope della quale fanno parte, tra gli altri, il regista Francesco Nuti e suo fratello Giovanni.

 

5. In “Fumare per noia” ci sono brani più intimi (“Se non ti accorgi” e “A ridere, a piangere” ad esempio) e brani dall'attitudine più rock (come “Perso l'occasione di te” e “Tu vuoi piangere qui”). Come convivono queste due anime? Quale delle due preferisci?1468515 10202399827062843 1380662269 n

Credo che in “Fumare per noia” non ci siano brani “doppioni”: ognuna delle otto composizioni del disco è un mondo a parte, anche se c’è un filo conduttore ben preciso che le accomuna tutte. L’anima ballad e l’anima rock convivono in me in quanto scaturiscono dal fatto che ascolto qualunque genere musicale senza alcun pregiudizio: sono sempre alla ricerca dell’emozione in musica e proprio per questo non mi pongo limiti in quanto qualcosa di bello lo possiamo trovare un po’ ovunque.

 

6. Quali e quante differenze ci sono tra questa nuova uscita ed il precedente ep?

Le differenze principali tra questo nuovo disco e il precedente ep (uscito nel 2012) sono principalmente negli arrangiamenti: il precedente ep, autoprodotto da me, è quasi interamente acustico mentre nel nuovo disco abbiamo utilizzato molti suoni di tastiera ed introdotto loop elettronici in quasi tutti i brani. Per quanto riguarda i testi, nel nuovo disco oltre a parlare di esperienze personali come nel precedente ep, si possono trovare degli accenni alla sfera del sociale e sottili critiche alla società contemporanea (vedi il brano “Canzone di quel che mi viene in mente”)

 

7. Quali sono i tuoi progetti futuri?

In primis far ascoltare il disco in giro il più possibile e poi entrare in studio a registrare nuovo materiale.

 

8. Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?

Sinceramente, volo basso (eh eh): semplicemente far ascoltare la mia musica a più persone possibili..per il resto, quel che sarà..sarà!

 

9. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?

Premesso che sono molto più legato ai cantautori piuttosto che alle band, se dovessi scegliere tre band contemporanee, direi: i Coldplay, i Radiohead e gli italiani Subsonica.

 

 

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Guarda il nuovissimo video di “Ci riproviamo, ci ricaschiamo”

 

Guarda il videoclip di “Canzone di quel che mi viene in mente”

 

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"IL MIO NO-POP" : intervista a NEVICASUQUATTROPUNTOZERO

Abbiamo intervistato NEVICASUQUATTROPUNTOZERO che ci ha raccontato “I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan”, le nuove canzoni, i suoi progetti futuri, i suoi gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

 

nevicasu4puno0-cover20131. Chi è NEVICASUQUATTROPUNTOZERO secondo NEVICASUQUATTROPUNTOZERO?
Questo nome deriva dall’unione del diminutivo di mia figlia Ginevra detta Nevi trasformata poi in neve (Nevica) come sinonimo di purezza e semplicità e la mia età anagrafica nel momento in cui nacque il progetto nel 2007 avevo 40 anni ecco perché 4.0 avevo bisogno di cambiamento e l’analogia con l’aggiornamento di un software mi piaceva parecchio. Rispondendo in modo più intimo è un uomo prima di tutto che ha trovato nella musica la possibilità di esprimere il suo modo di essere. Prima di essere musicisti si è esseri umani,si vivono certe cose che ci portano poi a fare la musica che si fa. Non è una scelta,certe cose non si possono decidere come il colore degli occhi è cosi e basta. Per fortuna mi sta bene cosi altrimenti….chissà.


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Intensa,Intimista,senza compromessi :D
Stilisticamente parlando credo si tratti di canzone d’autore a bassissima fedeltà con influenze elettroniche,noise e wave. Se mi si concede userei questo termine: NO-POP.


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
È sicuramente una valvola di sfogo senza la quale chissà dove sarebbe Nevica….diciamo che tutti noi abbiamo bisogno di liberarci da qualcosa di
negativo o inquinante nel corso della nostra esistenza. Ecco io credo di essere stato molto fortunato ad avere trovato nel linguaggio musicale una possibilità di fuga…per sopportare la durezza della realtà. Mettiamola cosi tanto per capire.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “I diari miserabili di Samuel Geremia Hoogan”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Questo disco ha avuto una genesi più difficile rispetto ai miei precedenti.
Vuoi perché ero caduto in una crisi personale che si rifletteva anche in una mancanza di stimoli e di idee ,vuoi perché desideravo non ripetermi e fare una cosa che rappresentasse un’evoluzione del mio percorso,ci è voluto parecchio tempo affichè le canzoni prendessero forma cosi come sono. Ho fatto tanti tentativi ho preso tante strade e poi abbandonate prima di trovare quella giusta diciamo,non è un disco nato di getto o meglio finchè non è arrivata la scintilla dello “sblocco creativo” è stato un percorso tortuoso che si è risolto velocemente una volta trovata la strada….
L’idea era di fare un “concept” album incentrato sulla figura di questo personaggio immaginario Samuel Geremia Hoogan che poi è un’immagine riflessa di Nevica una sorta di personaggio autobiografico ma che vive anche di vita propria…
C’è una storia personale di Geremia,lui viveva in Scozia ad Edimburgo e a seguito di una crisi di identità e della separazione dalla sua famiglia decide di andare a vivere in Italia a Bologna dove un amico musicista (Julien) lo aveva invitato per ricominciare da zero.
Alla base di questo viaggio che lui fa cè un percorso di auto guarigione. Il viaggio fisico narrato nel cambiare paese è assolutamente un viaggio simbolico…interiore di lotta contro i propri demoni e punti oscuri.


5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Spero di fare più concerti possibile e di promuovere questo lavoro per tutto l’anno prossimo.
Ho sempre seguito tante cose Disco Dada,la mia etichetta,l’attività di produttore  di altri progetti musicali ecco per un anno almeno sento l’esigenza di pensare a Geremia e basta :D

 

6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Guarda è strano ammetterlo ma  l’attenzione che i media e la stampa specializzata stanno dando a questo album è comunque già aver realizzato un risultato importante…..quello di essere capiti  e apprezzati rimanendo se stessi …direi che sono davvero molto soddisfatto

 

7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Contemporanee? Certo :
HAVE A NICE LIFE
NINE INCH NAILS
NOTWIST
Almeno tra quelle che mi hanno influenzato di più in questi ultimi anni.

 

GRAZIE PER L'INTERVISTA!

Sono io che ringrazio voi perché essere apprezzati è sempre una cosa che fa piacere quindi davvero grazie per lo spazio dedicatomi…sarà mio dovere perciò non deludere nessuno

 

Guarda il teaser del disco

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"Siamo un unico organismo" : intervista agli APONWAO

Abbiamo contattato gli APONWAO che hanno da poco pubblicato il loro ep dal titolo "FAITH EP". Ci hanno raccontato le loro nuove canzoni, i loro gusti musicali, i loro progetti futuri, i loro sogni e molto altro. Buona lettura.

 

apnw1. Chi sono gli Aponwao secondo gli Aponwao? Da dove deriva questo nome?
Il nome aponwao deriva da una cascata che stà in Venezuela, un giorno Javier(batterista) se ne uscì con questo nome, che suonò benissimo, ci allegò anche un significato, probabilmente inventato da lui, comunque è rimasto così, ci piace! Per quanto riguarda chi sono gli aponwao facciamo un esempio con dei colori: se io fossi blu e “tu” fossi rosso, il nostro gruppo sarebbe il viola che è il risultato della nostra unione. Sia io che te continuiamo ad essere blu e rosso, ma non possiamo più identificarci con questi colori, perché ora siamo una sola cosa, il viola. Per noi vivere il gruppo significa lasciare che le nostre individualità si fondino in un unico organismo.Detta così sembra qualcosa di mistico, in realtà è un meccanismo naturale.


2.Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica non la definiamo nostra. Siamo noi ad essere suoi. Appartiene a tutto quello che entra dentro di noi e sceglie di manifestarsi. Spesso nemmeno sappiamo cos’è, succede e basta. A volte arrivano cose ispirate e istintive, altre volte cose più ponderate. In generale cerchiamo di non giudicare quello che arriva, lo suoniamo, se ci prende continuiamo a suonarlo, altrimenti lo lasciamo andare, così come è venuto. Tre aggettivi.. semplice, leggera, morbida. (tipo un buondì, vela ricordate la pubblicità??)


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
E’ difficile dire cosa rappresenta per noi la musica, in ogni momento rappresenta qualcosa di diverso, sia quello che suoniamo noi che quello che sentiamo dagli altri. Quindi diciamo che la musica per noi rappresenta un momento nel quale puoi abbandonare ogni resistenza, e lasciarti trasportare.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo FAITH EP , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?1395800 636700443019493 2067980907 n
(loris) Dire come è nato è strano, è come se fosse stato incubato a lungo. Io e carlos siamo amici e suoniamo insieme in diversi progetti da diversi anni, ci siamo ritrovati a lavorare insieme in un ristorante tutti i giorni, e per ragioni di distanze e orari abbiamo vissuto un periodo di 8 mesi a casa mia. In questo periodo sono emerse un po’ tutte le cose che fanno parte di un rapporto stretto, stress, attriti. Abbiamo semplicemente deciso di creare uno spazio nella musica in cui poter essere soli pur essendo insieme, un habitat neutrale dove la mente e tutti i suoi problemi non potessero entrare, e dove poter rigenerarci da questi. Abbiamo iniziato a lavorare su queste canzoni in tutti i momenti liberi, praticamente, registrandole di volta in volta sul mio computer con mezzi piuttosto spartani. Nonostante questo ci siamo resi conto che il risultato era qualcosa di profondo e che questa neutralità lasciava le canzoni prendere delle forme molto diverse dalle cose suonate in passato, in quanto non stavamo più di tanto a giudicarne la forma,ci limitavamo a lasciar fluire tutto quello che arrivava. Così è nato il disco. Per quanto riguarda la tematica dietro alle canzoni, è un po’ particolare. Questo disco è la danza che facciamo con la morte. Che è un tema strano. La morte e la nascita sono due cose che tutti abbiamo in comune. Sono due gioielli preziosi,ma uno lo portiamo con noi, l'altro rimane in un cassetto,  spesso per paura, o perchè non ci va di guardare negli occhi qualcosa che vediamo lontano.In realtà la morte è più che mai nel nostro percorso di tutti i giorni. A priscindere da quello che crediamo rispetto alla morte del nostro corpo (reincarnazione, vite passate, ecc) dentro ogni morte c'è una trasformazione. Ogni giorno moriamo, muore un pezzo del nostro ego, si trasforma, creiamo qualcos'altro, che poi muore, e si trasforma.  la morte è una trasformazione in ogni caso. Ed è qualcosa che non comprende solo la morte del corpo, ma tutte le piccole morti che viviamo ogni giorno, la morte è la massima fioritura di qualcosa. C'è un attimo fra la morte e la trasformazione in cui queste danzano assieme, si fondono, si completano. Questo disco parla di quel momento. non è un viaggio, ma un momento immobile. In cui il tempo non esiste, e l'unico spazio è quello che abbiamo dentro di noi. Morte e nascita non sono due cose che capitano una volta nella vita. Ma sono esperienze che viviamo di giorno in giorno. E come tutte le cose possiamo scegliere di fondere la positività e la negatività di questi due elementi, in un unico elemento neutrale. Un testimone che osserva e lascia fluire senza giudicare quello che vede.

 

L'ep è un mix di atmosfere morbide con un'elettronica avvolgente, mai troppo aggressiva. Ci sono due pezzi meravigliosi che sintetizzano alla perfezione quanto ho appena affermato: “White rag” e “Faith”. Come siete riusciti a far convivere questi due mondi? Pensate di proseguire su questa scia anche per la realizzazione del vostro prossimo disco?
Grazie davvero, siamo contenti che le canzoni vi siano piaciute. Allora, diciamo che un disco è un po’ come la riunione di diversi elementi, e secondo noi funziona più o meno come per un gruppo(vedi prima risposta). Varie canzoni si incontrano e si crea un colore unico, composto da tante sfumature, quindi coesistere diventa un processo naturale, dal momento in cui ogni canzone del disco racchiude un momento di un periodo piuttosto circoscritto, il procedimento è ancora più facilitato. Riguardo alla scia da seguire non sappiamo, ora non siamo più solamente in due, quindi le cose possono cambiare. Diciamo che l’approccio rimarrà lo stesso, quindi un ascolto profondo di un momento o di una situazione, di quello che racchiude, e la libertà di esprimerlo. Di “lasciarsi suonare” , come dice una persona a noi cara.

 

5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Per ora quello di portare l’ep un po’ in giro, promuoverlo con lo stesso amore con cui è stato realizzato, e questo è difficile, richiede parecchia disciplina e occupa tanto tempo. Poi suonare molto, dal vivo, in sala, stare insieme, divertirci. Ci sono delle canzoni nuove in cantiere, ma per ora non stiamo pensando di registrarle, piuttosto di lavorare su del materiale video.

 

6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Quello di tutti i gruppi, suonare al Letterman Show! Scherzo, no bhe c’è anche quello, però già riuscire a suonare a Wembley non sarebbe male, di certo molto più fattibile =P

 

7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?

Phonic Culture Club, Theseus Project,Maschere Vuote.

 

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"Vi raccontiamo la nostra esperienza sensoriale" : intervista agli HERETIC'S DREAM

Abbiamo contattato gli HERETIC'S DREAM che hanno da poco pubblicato il loro nuovo disco dal titolo "Walk the time"; ci hanno raccontato la nascita dei loro nuovi pezzi, i loro gusti musicali, i loro progetti futuri e molto altro. Buona lettura.


Cover WalkTheTime1. Chi sono gli HERETIC'S DREAM secondo gli HERETIC'S DREAM? Da dove deriva il nome della band?
Appena formati, gli Heretic’s Dream erano la concretrizzazione in musica del legame tra me e il mio compagno, Andrej Surace, il chitarrista. Abbiamo dato questo nome ad un progetto musicale che disponeva già di alcuni brani composti da lui e me, ancor prima di disporre di musicisti disposti a suonarli. Oggi, dopo quasi 3 anni di cambi di line up, gli Heretic’s Dream sono l’espressione in musica delle emozioni di 5 persone, che vivono un sogno, la musica, con l’eresia di manifestare una definita identità sonora miscelando diversi generi ed atmosfere.


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Emozionale, inattesa, coinvolgente. Un’esperienza multisensoriale.


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
La musica che suoniamo è uno strumento di catarsi, di riconcialiazione con se stessi e il mondo. La muscia che ascoltiamo è un linguaggio che testimonia la tensione verso l’infinito dell’essere umano, l’immortalità dell’anima.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “Walk the time”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie accattivanti che catturano l'ascoltatore. Come mai la scelta di questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?HereticsDream04
Walk the time è un viaggio nel tempo di una vita, la mia (la cantante), il racconto della strada percorsa attaverso le sue pietre miliari, le esperienze che hanno caratterizzato il mio tempo sinora. È un viaggio personale, ma descrivendo circostanze tipiche di ogni essere umano, le speranze, le delusioni, le solitudini, le passioni, i torti, i riscatti, è un viaggio personalizzabile.

 

5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Attualmente stiamo promuovendo l’album attraverso una intensa attività live, con date che ci vedono impegnati fino a febbraio. Abbiamo da poco firmato con un’importante booking agency che riteniamo possa rappresentare un valore aggiunto consistente alla qualità dei nostri live.


6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Supportare live nomi importanti nella scena metal/hard rock.


7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Spero mi perdonerete ma mi sento di nominarne 5, una per ogni componente della band: Tool, Lacuna Coil, Cynic, Red Hot Chilli Peppers, Children of Bodom. Mi dica lei se mettere insieme 5 realtà musicali così non è da eretici....

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"Facciamo musica minimale, equilibrata, atmosferica" : intervista ai LIBRA

Abbiamo contattato i Libra che hanno da poco pubblicato il loro nuovo lavoro dal titolo "Sotto pelle". Ci hanno raccontato come sono nati i nuovi pezzi, cosa hanno in progetto per il futuro, quali sono i loro gusti musicali. Buona lettura.

 

Cover disco Sottopelle bassa1. Chi sono i Libra secondo i Libra? Da dove deriva il nome della band?
I Libra sono quattro musicisti un po' malinconici con alle spalle tante diverse esperienze ma con la passione in comune per la musica elettronica. Ma Libra è anche l’equilibrio. Questo equilibrio noi lo raggiungiamo con la musica e ciò si vede maggiormente nei nostri live dove le nostre forze confluiscono tutte insieme verso ciò che stiamo suonando. I brani che componiamo creano un delicato equilibrio in veste “minimalista” e basterebbe un suono in più o una sola nota in meno per romperlo.
 
2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica quali scegliereste?
La nostra è una musica dal respiro internazionale dove l'elettronica è pacata e trascinante allo stesso momento. Proprio queste due contraddizioni sono fondamentali per la nostra musica: minimale, equilibrata e atmosferica.
 
3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
La musica è stata una cosa naturale che ha fatto parte di noi da sempre. Non è mai stata solo un semplice passatempo, ma ha da sempre inglobato le nostre vite sin da piccoli, in maniera diversa per ognuno di noi. Ci accompagna in tutto quello che facciamo e un certo senso tutti sapevamo che avremmo fatto musica nella vita.

 

4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “Sotto pelle”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie accattivanti che catturano l'ascoltatore. Come mai la scelta di questo titolo? Com’è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?

In realtà “Sotto Pelle” è il titolo della prima traccia del disco e parla del distacco fra due persone e di ciò che rimane dell’uno e dell’altro. Ma sotto pelle è anche la musica che ci piace, che entra dentro di noi e rimane lì, per poi uscire di nuovo, a volte quando meno te lo aspetti. Il lavoro è nato e cresciuto in maniera molto naturale nel momento in cui abbiamo cercato i punti di contatto musicali fra i vari componenti. Volevamo sfruttare le potenzialità dell’elettronica e la forza dell’italiano, il tutto in arrangiamenti molto ariosi che lasciano grande spazio ai suoni.
 
5. Quali sono i vostri progetti futuri?Libra 0043
Stiamo organizzando un tour per portare la nostra musica anche al di fuori della nostra città, è la cosa più importante, specie per un gruppo indipendente. Intanto continuiamo a scrivere e creare, non bisogna mai fermarsi, siamo pieni di idee.

 

6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Viviamo in un momento storico e culturale nel nostro Paese in cui l’arte viene considerata accessoria, spesso chi si dedica ad essa ha una tranquillità economica che glielo permette altrimenti probabilmente farebbe altro. Il nostro sogno è di poter continuare a fare musica ed arte, sperando che cambi il valore che queste hanno all'interno della nostra società.

 

7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
I tre artisti che ci hanno influenzato maggiormente durante creazione del nostro disco: The XX, James Blake e Radiohead.

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