"Vogliamo esportare la nostra musica all'estero" : intervista ai PLATONICK DIVE

Abbiamo contattato i PLATONICK DIVE per farci raccontare il loro ultimo lavoro “Therapeutic Portrait”, i loro progetti futuri, i loro gusti musicali e molto altro. Buona lettura!

 

platcoverChi sono i Platonick Dive secondo i Platonick Dive?
I Platonick Dive sono tre giovani sperimentatori che fondono più generi insieme per cercare di creare qualcosa di “nuovo”. Un mix sonoro che definiamo “avanguardia”. Grandi amanti dell’elettronica continentale/nord-europea e delle sconfinate atmosfere rarefatte scandinave.

 

Da dove deriva il nome della band?
“Platonick Dive” inteso letteralmente come “tuffo platonico”, ovvero l’immersione che facciamo con la nostra musica all’interno della società odierna (post-moderna). Pensate anche al significato di “amore platonico”... qualcosa che esiste ed è presente ma rimane intangibile, astratto. Arde dentro, scalfisce, ma rimane comunque “immaterializzabile”.

 

Come si è formata la band?
Il marchio “Platonick Dive” nasce nel 2007 ma è da quasi tre anni che esiste con questo progetto, con queste sonorità. Ci siamo conosciuti sul finire del 2010 all'ultimo concerto dei Platonick Dive in vecchia formazione: eravamo l'opening band dei This Will Destroy You qui a Livorno, la nostra città. Dopo lo show abbiamo fatto due chiacchiere con il nostro futuro batterista illustrandogli il progetto. Tre giorni dopo eravamo già in sala prove a comporre i brani del debut album. Questo è stato l’inizio del viaggio “terapeutico”.

 

È da poco uscito il vostro album “Therapeutic Portrait”. Cosa ha, secondo voi, di terapeutico il vostro album? Quali sono gli ingredienti di questo disco?
“Therapeutic Portrait” non è assolutamente un concept album ma sicuramente ascoltandolo dall’inizio alla fine emergono dei tratti importanti: è un viaggio, un percorso, una descrizione didascalica. Come un ritratto appunto. Definiamo l’album “terapeutico” proprio per la capacità di adattarsi a diverse situazioni e a più tipologie di persone: ognuno può scegliersi appunto il momento migliore in cui ascoltare “Therapeutic Portrait”.

 

Come sono nate le canzoni? Come mai la scelta di fondere atmosfere post-rock ed elettronica? Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Non volevamo essere l’ennesima band post-rock o l’ennesima band derivativa. Mischiamo più generi e sonorità proprio per essere più personali possibile. Siamo tre folli sperimentatori: componiamo tutto lo scheletro “elettronico” soprattutto con synth e tastiere e poi lo rivestiamo con chitarre sognanti. Il tutto sorretto da una portante batteria. Non ci ispiriamo a gruppi in particolare. Trovo più giusto dire che ci “lasciamo influenzare” da correnti e generi musicali di diverso tipo: tutto quello che ha a che fare con la sperimentazione sonora, noise, shoegaze, post-rock. E naturalmente tutta la scena elettronica continentale, tedesca e inglese in particolar modo: intelligence dance music, ambient, garage, bassmusic.

 

Qual è il brano (che secondo voi racchiude in sé tutta l'essenza di Therapeutic Portrait) del vostro nuovo disco che consigliereste ad un ascoltatore che si avvicina per la prima volta alla vostra musica?pldiv
Probabilmente “Youth”. È il primo singolo estratto dal nostro debut album. È uno dei primi brani che abbiamo composto insieme. È sicuramente una canzone molto significativa anche per noi. Anzi, è più di una canzone, è qualcosa che racchiude il significato della musica dei “Platonick Dive” come spiegavo poc’anzi.

Se doveste dare tre aggettivi per definire la vostra musica, quali scegliereste? E tre aggettivi per il vostro ultimo disco?
Profonda, emozionante, solida. Sono gli aggettivi per definire sia la nostra musica sia l’album. Il nostro sound è profondo e sognante al tempo stesso proprio perché vogliamo emozionare, arrivare al cuore e alla mente delle persone per trasmettere un reale messaggio. Facciamo un largo uso di synth e deep bass che ci permettono di essere molto profondi. Il resto lo lasciamo fare alla chitarre, che danno colore “dipingendo” l’atmosfera. La solidità è semplice: siamo in tre, compatti e con le idee chiare. Ci muoviamo sempre nella stessa direzione. Questo ci porta a essere molto consapevoli.

 

Quali sono i vostri impegni futuri?
Il “Therapeutic Portrait Tour” sta girando per l’Italia, in questo primo periodo soprattutto centro-nord. Inoltre vogliamo assolutamente esportare la nostra musica all’estero, infatti presto faremo anche un tour europeo. Stiamo attualmente pianificando e valutando quando e come. Infine ad autunno uscirà sicuramente una raccolta di remix del nostro album.

 

Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
Noi facciamo musica, quindi preferiamo suggerire artisti musicali: :-)
- Pantha du Prince
- Trentemoller
- Battles

 

Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?
Il panorama musicale italiano a oggi è molto vasto e ben articolato. Ultimamente molte nuove proposte con un sound innovativo e ben amalgamato si sono affacciate sul mercato ottenendo notevoli consensi anche all’estero. Questo vuol dire che la qualità c’è. E anche parecchia. Quello che manca spesso sono i canali di fruizione del prodotto musicale, spesso vecchi e usurati e spesso troppo manipolati dal sistema. In più il paese non fornisce alcun tipo di sostenimento a chi opera cultura, quindi tutto diventa più difficile. Infatti, di questi tempi, una band deve essere brava anche a essere manager di se stessa. Mi spiego meglio: deve scegliere i canali giusti di distribuzione e fruizione del proprio progetto (il web su tutto) e affidarsi a persone giuste che credono veramente in tutto quello che fai e che proponi. E inoltre proporre musica nuova, di qualità. Perché la qualità, alla fine, ripaga sempre.

 

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"Il nostro ultimo disco eterogeneo, onirico e raffinato": intervista agli ANIMAL FARM PROJECT

Abbiamo contattato gli Animal Farm Project, band fresca di pubblicazione del disco ”The earth follows us”. Abbiamo posto qualche domanda e Fabio D'aniello ci ha raccontato un pò di cose relative alla band, alla loro musica, al disco, ai loro progetti, ai loro gusti musicali e molto altro. Buona lettura!


afpcoverChi sono gli Animal Farm Project secondo gli Animal Farm Project?

Gli Animal Farm Project sono un gruppo di sei ragazzi che nella vita quotidiana hanno poco in comune, stili di vita carattere e background musicali differenti, ma con un obbiettivo comune: conciliare la passione per la musica e il lavoro artistico per cercare di emergere in un panorama musicale statico.


Da dove deriva il nome della band?

Animal Farm Project deriva da dei versi del libro di Orwell, dove gli animali di tutto il mondo si riuniscono e si ribellano contro l'uomo, questi versi sono presenti nell'intro del nostro primo album "Complicated lines", da sottolineare che non c'è nessuna allegoria politica ma semplicemente una sorta di ribellione nel far musica, il suonare ciò che ci piace fare senza seguire mode o percorsi standard, valutando volta per volta quale per noi sia la scelta giusta.


Come si è formata la band?

Da un annuncio esposto in un negozio di strumenti musicali di Bologna avviene l'incontro tra me, Daniele, Adriano e Francesco ( ex chitarrista ), successivamente si inserisco Ivan e Alessandro Rascazzo scomparso prematuramente molto giovane, colgo l'occasione per ricordarlo con tantissimo affetto. Da li a poco nasce il progetto Animal Farm Project.

 

A metà gennaio 2013 è uscito il vostro album ”The earth follows us”. Quali sono gli ingredienti di questo disco?

L'ingrediente principale è l'eterogeneità, "The earth follows us" è un album dove l'istinto e l'entusiasmo sono stati domati e ponderati ma pur sempre rispettati, a differenza del lavoro precedente ("Complicated lines") dove l'impeto e la passione la fanno da padrone.


Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?

I nostri brani nascono da dei singoli giri di ognuno di noi, poi tutti insieme lavoriamo sulla stesura dello stesso, la voce è l'ultimo elemento che andiamo ad aggiungere e tendiamo quasi sempre ad inserirla come se fosse un sesto strumento, molte volte ci capita di cambiare dei vocaboli per far si che siano più melodici in quel frangente. In "The earth follows us" abbiamo lavorato sodo su ogni singolo brano, cambiato e ricambiato parti finchè non trovavamo la strada giusta per noi. Il nostro singolo che dà anche il nome all'album nasce da un riff di chitarra, il brano ci piaceva ma non ci convinceva, abbiamo preso quel riff l'abbiamo portato sulle tastiere e con uno sguardo di intesa capimmo che quella era la strada giusta.

 

Se doveste dare tre aggettivi per definire la vostra musica, quali scegliereste? E tre aggettivi per il vostro ultimo disco?

Versatile, originale ed oculata; per "The earth follows us" direi: eterogeneo, onirico e raffinato.

 

Quali sono i vostri impegni futuri?afp

Siamo nel pieno della promozione del disco tra impegni radiofonici e live ,e contemporaneamente stiamo preparando uno spettacolo teatrale rock che ci vedrà protagonisti l'8 marzo al Teatro Perla di Bologna, per noi è un esperienza nuova che stiamo vivendo con enfasi e determinazione. Lavorare per un progetto nuovo è sempre emozionante e ci potrà dare la possibilità di varcare nuovi orizzonti.  

 
Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?

Li dico di getto senza pensarci altrimenti rischierei di litigare con me stesso perchè ti ho fatto un nome invece che l'altro: Radiohead, Sigur Ros e Notwist.

 

Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?

Penso che sia sempre stato difficile emergere in Italia ma la situazione attuale e nel baratro totale. Nella bella Italia non si ha il rispetto per la cultura, ci si accontenta di quello che è stato fatto in passato. Siamo pieni di talenti che non hanno la possibilità di dire la loro, invece di cercare di dare una mano a queste nuove realtà viviamo in un sistema dove si trovano solo porte chiuse. Noi artisti abbiamo bisogno di esprimerci e di esibirci per cercare di catturare l'attenzione dell'ascoltatore, ma dove?? In Italia invece di agevolare i locali che propongono musica live, li coprono di tasse, naturalmente o chiudono o non pagano gli artisti.
Negli altri paesi c'è una cultura musicale molto più ampia ma questo deriva anche dal fatto che è molto più accessibile a tutti, i locali che propongono musica live (indipendentemente da chi suona) sono pieni, qui da noi il gestore preferisce prendere una band che fa cover perche ha delle certezze di guadagno. Non stupiamoci più se tanti artisti, ma anche dottori, ricercatori..ecc..ecc.. preferiscono andarsene da questo paese e la cultura musicale in generale è mediamente bassa.


                                                                                                                    

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"Cerco di dare forma a ciò che mi appare e poi scompare": intervista a FRANCESCA LAGO

Abbiamo contattato Francesca Lago per chiacchierare un pò della sua musica, dei suoi gusti musicali, di Siberian Dream Map, di quello che bolle in pentola e di molto altro. Buona lettura.


flagoChi è Francesca Lago secondo Francesca Lago?
Un magma imprigionato.

 

Come e quando hai capito che la musica ti aveva rapito al punto da mettere su un progetto tutto tuo?
La Musica è sempre stata ‘lì’ a dare un senso di compimento a quanto vivevo.

 

Siberian Dream Map” è il tuo ultimo lavoro in ordine di tempo, uscito qualche anno fa. Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Volevo fare un disco di ‘canzoni’, vedere a che punto ero nella mia capacità scrittura. Scelta anacronistica lo sapevo, ma era un passo fondamentale per me e avevo capitalizzato 2 anni di affiatamento musicale con lo speciale Zeno (Zeno Gabaglio, violoncellista). Ecco il nucleo, da lì il resto.

 

Ascoltando il tuo disco, l'ascoltatore gode della tua voce sognante e molto espressiva accompagnata da melodie affascinanti. Da dove hai preso spunto per concepire questi brani?
Non lo saprei dire esattamente, cerco di dare forma a ciò che mi appare e poi scompare.

 

Quali sono i tuoi impegni futuri? Cosa ci si deve aspettare dopo “Siberian Dream Map”? Un disco simile o completamente differente?flago2
Per me sarà certamente diverso, vedremo per chi ascolta!

 

Se dovessi consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che ti vengono in mente?
Rebecca Horn, Aleana Egan, Olafur Eliasson.

 

Cosa ne pensi del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per poter suonare?
Diciamo che la vita è dura ma anche la scorza.

 

Ascolta gratis "Siberian Dream Map"

 

 

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"Pensare positivo, collaborare con altri musicisti e non fermarsi mai": intervista a SILVEREIGHT

Abbiamo contattato i Silvereight, interessante progetto che fonde pop ed elettronica e molto altro. Ne abbiamo parlato con Federico Silvi che ci ha raccontato come nascono i brani, i suoi gusti musicali, i progetti futuri e altro ancora.

Buona lettura.

 

silvereightcov-Chi è Silvereight secondo Silvereight?
Silvereight è il condensatore di idee del mio progetto solista. Mi chiamo Federico Silvi (The Jackie-O's Farm e Radiotower) e suono la chitarra componendo da sempre. Compongo registrando e accumulando materiale in casa, e successivamente lavoro in team con Andrea Pachetti, fidato collaboratore ai sinth e alla drum machine.

 

-Da dove deriva il nome della band?
Il nome è un gioco di parole legato al mio nome Silver=Silvi ed Eight=8 (otto lettere come Federico).

 

-Come si è formata la band?
Il gruppo si è formato nel 2012, io ed Andrea gia' insieme nei New Noise prima (cover band dei Refused) e nei Radiotower (a breve un disco in uscita) abbiamo deciso di collaborare anche nello sviluppo dei miei pezzi.

 

-È da poco uscito il vostro album omonimo. Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Il disco in origine doveva essere un disco prettamente acustico, nelle 40 canzoni di partenza infatti c'erano tanti pezzi chitarre e voce. La scelta di fare un disco folktronico, è nata con la composizione della prima traccia del disco STOP (video su Youtube), sull'onda di questo beat ho cosi' selezionato quei pezzi che piu' si adattavano a questo tipo di ambiente.

 

-Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?
Le canzoni sono nate tutte di getto in casa, chitarra e voce. Prima la musica, poi i testi, poi gli arrangiamenti in studio di registrazione.

 

-Ascoltando il vostro disco, l'ascoltatore si trova di fronte un pop sperimentale che combina melodie elettroniche ed il sapore vintage delle chitarre elettriche. Perchè questa scelta? Da dove avete preso spunto per concepire questi brani?silv2
La combinazione tra chitarre acustiche ed elettriche mi ha sempre affascinato. Sara' che come chitarrista è un modo per sentire insieme tutta la gamma di suoni che per ovvie ragioni amo. L'uso dell'elettronica al servizio di canzoni di matrice folk, è un modo di fare, per intenderci “alla Beck”, che mi è sempre piaciuto.

 

-Quali sono i vostri impegni futuri?
Un po' di promozione live, da conciliare con gli altri progetti, e rinchiudersi in studio per sfornare altre canzoni.

 

-Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
John Frusciante: l'ultimo disco “PBX funicular intaglio zone” è un elettroprog inaspettato e di puro istinto espressivo. Graham Coxon: A+E ultima uscita, è un elettroclashindiepunk veramente azzeccato, l'ho macinato. BadLoveExperience: Miei concittadini, l'ultimo disco “Pacifico” è un capolavoro del genere, pop nel senso alto del termine, quel modo di arrangiare cristallino, delicato e sperimentale alla Beatles secondo periodo, che oggi non ti aspetteresti mai.

 

-Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?
In Italia è sempre stato difficile fare musica, non è una novita'. Internet da una bella mano, ma come prevedibile è un bel po' satura. Dato per scontato che è difficile, è comunque scontato che sia NECESSARIO. Pensare positivo, collaborare con altri musicisti e non fermarsi mai.

 

***foto sebastiano bongi tomà**

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"La mia musica è introspettiva, sperimentale e schietta" : INTERVISTA a MARCO DE LUCA

Abbiamo contattato Marco De Luca, cantautore di Atri (TE) che ha da poco pubblicato l'ep "Canzoni inedite". Ci ha raccontato la sua musica, il nuovo ep, alcuni dei suoi nuovi brani, i suoi gusti musicali e molto altro. Buona lettura.


marcodelucaChi è Marco De Luca secondo Marco De Luca?

Marco De Luca è un artista che cerca con garbo e anche semplicità di esprimersi e proporsi attraverso la propria musica che rispecchia fino in fondo la sua natura e il suo io.

 

Come mai hai deciso di dedicarti alla musica, mettendo su un progetto tutto tuo?

In passato avevo un gruppo col quale ho militato fino alla fine degli anni '90. Quando la band si è sciolta, nel 2000, ho deciso di proseguire la mia attività da solista e grazie all'esperienza maturata ho cominciato a produrre i miei lavori, due dei quali realizzati interamente da me ,"Stanze remote" del 2006 e "Canzoni Inedite" del 2012,nel mio secondo lavoro, l'ep "Due" del 2008, ho collaborato con altri musicisti.

 

Se dovessi definire la tua musica con tre aggettivi, quali useresti?

Definirei la mia musica introspettiva,sperimentale e schietta.  

 

È da poco uscito il tuo ep “Canzoni Inedite”, cinque brani dall'approccio cantautorale nati in diversi periodi della tua vita artistica. Come sono nati questi brani?

Questi brani sono stati concepiti in diversi periodi,risalenti anche ai miei precedenti lavori, erano brani già registrati, ne ho scelti cinque, che ho ritenuto essere i migliori e più adatti a formare l'ep Canzoni Inedite, che rispetto ai miei precedenti album, più pop-wave, volevo fosse più cantautorale, non nel senso classico, ma con un approccio piuttosto sperimentale.

 

Chi o cosa ti ha influenzato nella scrittura di queste canzoni? Di quali argomenti si parla nell'ep?marco-de-luca-canzoni-inedite-L-TnzgnH

Le miei canzoni nascono dall'osservazione della realtà che mi circonda, che cerco di leggere e riproporre a mio modo. Gli argomenti trattati nell'ep sono svariati, dal tema dell'emigrazione in "Angelina", alla necessità a volte di avere un proprio sogno da inseguire in "Inevitabile", la sessualità in "Viva", l'amore nel brano "Nella verità" e la perdita del successo nel brano "La sconfitta".      

 

Chi è “Angelina”, dell'omonimo brano?

Angelina è una ragazza madre che vive in un paese povero che non può offrirle nulla, per questo è costretta a lasciarlo ed andare altrove, un altro paese che possa dare a lei e al suo bambino un futuro ed una vita migliore.  

 

I tuoi brani sono in streaming sul tuo soundcloud . Cosa ne pensi dello streaming gratuito, del free-download, dei video su youtube come nuovi mezzi per autopromuovere la propria musica?

Penso siano ottimi mezzi per promuovere e divulgare la propria musica, sopratutto per gli artisti emergenti,per questo cerco di utilizzarli il più possibile, anche perchè sono di utilizzo immediato,basta collegarsi al sito e usufruire della musica.  

 

Quali sono i tuoi impegni futuri?

Ho in progetto la realizzazione dei nuovi brani,che ho già scritto,su cui devo lavorare, arrangiarli e registrarli, ho in mente per il prossimo lavoro di andare in studio e coinvolgere altri musicisti, per migliorare sempre di più le mie produzioni.      

 

Se dovessi consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che ti vengono in mente?

Consiglierei il cantautore "Franco Battiato",la band "The Cure" e i film del regista "Takeshi Kitano".

 

Cosa ne pensi del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?

Penso che oggi, rispetto al passato, sia diventato molto più difficile emergere, questo credo sia dovuto anche ad una sovrabbondanza di offerta musicale e di artisti, ciò fa sì che anche artisti e band di grande talento restino nell'ombra e abbiano difficoltà a farsi ascoltare e a trovare date per potersi esibire.  

 

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