'Viscerali, teatrali e tamarri quanto basta': intervista agli IO?DRAMA

Abbiamo intervistato gli IO?DRAMA, interessante band milanese che ha da poco pubblicato il suo nuovo disco dal titolo "NON RESTA CHE PERDERSI". Ci hanno raccontato un pò le loro canzoni, i loro progetti futuri, i loro gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

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1. Chi sono gli IO?DRAMA secondo gli IO?DRAMA?  
IO?DRAMA è una band che ha sempre coltivato l'idea di fare musica propria e diffonderla a suon di concerti.

2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Diremmo Pop contaminato. Alla base c'è sempre la canzone, ma il sapore proviene da mondi più complessi e sperimentali. Tre aggettivi? Viscerali, teatrali e tamarri quanto basta.

3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
Quando facciamo musica è un po' come sentirci a casa. Rappresenta ciò che cerchiamo di vivere il più possibile e nonostante tutto.

4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “NON RESTA CHE PERDERSI”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscire. Innanzitutto: A cosa si riferisce il titolo? È una sorta di invito alla rassegnazione?
Tutt'altro. “Non resta che perdersi” è un invito a percorrere strade non battute, nella consapevolezza che le strade e le possibilità siano infinite. Perdersi è inteso anche come abbandono estatico, una perdita di controllo: scelta a volte consigliata.

5. Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Qui dentro sono raccolti circa tre anni di vita, in un periodo in cui non si è parlato d'altro che di crisi, di soldi, di numeri, di talenti. Un periodo che avevamo già analizzato con “Da consumarsi entro la fine”. In “Non resta che perdersi” l'analisi lascia spazio a esternazioni più esistenziali, quasi ciniche. Per accompagnare questo diario dei tempi precari abbiamo creato un suono grezzo e contemporaneamente molto prodotto, fatto di timpani ossessivi e tribali e suoni evocativi. Volevamo creare un qualcosa di energico e positivo ma con sfumature di apocalisse.

6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Continuare il nostro tour, scrivere un altro album e inventarci sempre qualcosa di nuovo per noi e per gli altri.

7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Credo sia quello di poter continuare a fare ciò che ci piace fare, ma sempre di più.

8. Siete di Milano, credete che attualmente ci sia una “scena milanese”? Cosa vi piace e non vi piace della musica che gira intorno alla vostra città?
C'è una “scena” in ogni città. Quando si parla di scena però ci si riferisce a qualcosa di molto dinamico, in fermento, qualcosa che muove anime e corpi. In questo esatto momento storico, senza nulla togliere a Milano, forse potremmo fare tutti di meglio.

9. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Arcade Fire,  Radiohead, Prodigy.