NO HUMAN DREAMS, l'album di Stefano Meli

stefano Meli No Human DreamIl 28 aprile è uscito, per la Seltz Recordz, "No human dream", il disco di Stefano Meli. Il lavoro si avvale della preziosa collaborazione dei Gentless3 (Carlo Natoli al basso e al mix, Sergio Occhipinti al basso e alle Spoken Words, Sebastiano Cataudo alla batteria) e della violinista spagnola Anna Galba (Fratelli La Strada). Il progetto è la trasposizione strumentale di un mondo vivente che, come dice il titolo, si piega alla resa del disincanto e perde anche la possibilità creativa del sogno. Questa concettualità si fa applicazione nel minimalismo espressivo che sceglie di avvalersi soltanto di un vecchio mixer e di un piccolo registratore digitale perchè il suono sia diretto e sincero. Il blues segna il confine di appartenenza tra ciò che si è compiuto e la riflessione sul futuro interrotto.

"Pietra" è la melodica versione di una elugubrazione tra shoegaze e post-rock prendendo per la giacchetta sia Nick Drake che gli Explosions in the sky; "Tree" è Ry Cooder di Paris,Texas più esercizi annessi alla Robbie Basho col violino di qualche saloon del lontano west; "Sonoma" chiede il permesso al grande diavolo di Lee Hooker per raccomandarsi al successo; "Rain" ha nella coda una armonica a bocca da far perdere il fiato a qualunque bluesman improvvisato e gli umori scuri dei Six Organs of Admittance; "Noose" è un paesaggio sonoro post-ambient senza i glitch della "Venezia" di Fennesz; "Desert" sa di una lunga attesa del mistico vociferare di un David Tibet che ritarda a iniziare lo sproloquio in favore di una sottopercussione alla Suicide; "No Human Dream" mi ricorda una floydiana divagazione sulle frequenze di uno spoken-word molto Brian Jonestown Massacre.
Ebbene anche se Stefano Meli non lo sa, la sua descrizione distorta dell'apocalisse ci ha portato in un mondo sonoro ricco di nuove forme di vita sconosciute. Esse ci hanno parlato come fanno ancora pochi esseri umani. Poi il sveglio e accanto al sudore del cuscino c'è il miracolo dell'acqua. Nemmeno tanto lontano, in un bicchiere che sta per rompersi sul pavimento. Poi ancora ridestati nuovamente alla realtà di un'ufficio, dopo il sogno nel sogno, non sappiamo se questa è la volta buona di dimenticare o ricordare quegli uomini che da lontano ci parlano ancora di vita e la suonano con le stesse note di Stefano.

TRACCE

01 - Petra
02 - Tree
03 - Sonoma
04 - Rain
05- Noose
06 - Desert
07 - No Human Dream
08 - Kee
09 - Stella

Marco Pancrex