"We own afternoon" e molto altro : INTERVISTA A SHELLY JOHNSON BROKE MY HEART

 


tumblr m0bj95Kfjr1qccv4go1_5001. Cosa si nasconde dietro il vostro nome "SHELLY JOHNSON BROKE MY HEART"? Parlateci un pò del vostro progetto.

1) DAVIDE: Beh, è molto semplice; dietro si "nasconde" un omaggio a Twin Peaks e a un suo personaggio (dobbiamo spiegare che cos'è Twin Peaks? no, dai), e poi ci sembrava che tutto insieme suonasse bene, tutto qui.

 

2. Che album è "We own the afternoon" e come mai un titolo così strano per un disco? Quali sono le vostre ambizioni e speranze per la vostra carriera?

2) DAVIDE: Questo "We own the afternoon" è un disco di cui andiamo orgogliosi. Ci abbiamo messo qualche mese a farlo però siamo molto contenti di come è venuto; alla fine riflette (sia nella musica che nei testi) quello che abbiamo ascoltato, visto o vissuto in questo ultimo anno, senza troppi fltri o menate varie. Per quanto riguarda ambizioni e speranze, noi che siamo sani di mente sappiamo bene che la musica è un hobby bellissimo e speriamo di continuare a fare dischi e a suonare in giro il più possibile, o almeno fino a quando avremo voglia, tempo e stimoli per farlo.

 

3. Come nascono le vostre canzoni? Da dove prendete ispirazione? 

3) DAVIDE: Le nostre canzoni nascono in modo molto banale, in sala prove, quando qualcuno di noi ha un'idea di chitarra/basso/batteria, e da quella poi ci costruiamo un pezzo. Poi magari ci scazziamo perché non ci ricaviamo niente di buono e lo molliamo, e magari viene fuori di nuovo dopo molto tempo; oppure ci gasiamo subito e in un'ora lo finiamo; quasi sempre comunque va a finire che il pezzo non è mai finito fino a quando lo registriamo. Ispirazioni ne abbiamo a bizzeffe (ma questo vale per tutti) e credo che si sentano (idem); aggiungi che siamo dei gran citazionisti, e nei titoli, nelle parti strumentali o nei testi, i più attenti sicuramente troveranno tanti "omaggi" più o meno nascosti.

 

4. Cosa significa per voi "fare musica"? SHELLY JOHNSON

4) DAVIDE: Nell'impossibilità di rispondere a questa domanda, in due o in duecento righe, ti rimandiamo all'ascolto di "Aranciata amara" di Caso, soprattutto nel pezzo in cui dice "sia questa musica di nicchia o di merda, quel che conta è che sia onesta".

 

5. Che rapporto avete col pubblico durante i vostri concerti? Cercate un feedback durante il live oppure restate concentrati sui vostri pezzi?

5) DAVIDE: Il feedback, più che cercarlo noi, ce lo deve dare il pubblico, noi non ci mettiamo di certo a gridare "su le mani gente!" al microfono :) Cerchiamo di stare concentrati al massimo sui pezzi, anche perché altrimenti facciamo dei gran pasticci, stoniamo e suoniamo malissimo, e non va bene.

 

6. Potreste indicare 3 personaggi (di qualunque campo artistico) contemporanei che secondo voi oggi vale la pena seguire?

6) DAVIDE: Nel campo musicale, ti cito i Riviera e i Lantern, band romagnole cazzutissime. Poi per cambiare ambito, ti segnalo Louis CK, che è uno stand-up comedian (un comico, via), nonché autore/regista/attore di "Louie", una serie divertentissima, intelligente e amara q.b. , tipo "Love bugs" insomma :)

ANDREA:Posso consigliare, per rimanere in tema di band nostre coetanee, di dare un'occhiata ai nostri sides projects e guardacaso ci sono proprio tre nomi: Goldaline my dear, delay_house e Talk to me...

 

Ascolta "We own afternoon" in streaming gratuito

 

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"Sono un piccolo cantautore venuto su con la buona musica" - INTERVISTA A STEFANO VERGANI

 

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1. Chi è Stefano Vergani? Come definiresti la tua musica?

STEFANO: Sono un piccolo cantautore venuto su con la buona musica, fin da quando ho ricordi canto, da molto tempo ormai scrivo, semplicemente perché e' una delle poche cose che credo mi riesca bene e non mi pesa fare. Quando avevo vent'anni pensavo di potere vivere di musica, ora che ne ho quasi trenta non vivendoci continuo comunque a crederlo. La mia musica e' semplicemente la musica che mi piace, non mi importa essere accostato a questo o a quell'altro. Io sono cresciuto amando i grandi cantautori della musica italiana e' grazie a loro e a mio padre che ho cominciato a suonare e a cantare. Non sono un innovatore e non mi interessa esserlo. Voglio solo fare delle cose che a mio modesto parere siano belle e non per forza nuove. Tra parentesi quello che mi spacciano per nuovo o il grande nuovo cantautore al novanta per cento mi lascia quanto meno perplesso.

 

2. Come "fai nascere" una canzone? Potresti raccontarci il processo di avvicinamento alla realizzazione finale di un brano? (testo, musica)

STEFANO: Non ho mai avuto metodo. Mi avvicino alla chitarra o al pianoforte senza avere una idea concreta. Poi da una frase o da un verso comincia a prendere forma una mezza melodia e da li succedono le cose più disparate. Può succedere che il pezzo si chiuda nella manciata di qualche minuto o che mi giri nella testa per settimane senza Mai arrivare ad una fine.

 

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3. Cosa dobbiamo aspettarci dopo "E allor pensai che mai"? Hai in programma un nuovo album a breve? Stai scrivendo nuove canzoni?

STEFANO: "Allor pensai che mai" e' stato un disco molto importante per me, nel senso che per la prima volta sento suonare bene un mio disco anche nella mia testa, senZa nulla togliere agli altri due ma questo in particolare lo sento mio. Ci sono ora diverse nuove canzoni che testo dal vivo, ma ho bisogno di raccoglierne parecchie tra le quali scegliere per un nuovo disco. Sono indeciso tra una cosa minimale due chitarre e poco altro oppure un disco più da orchestra enorme, per tanto forse e' il caso di schiarirsi un attimo le idee prima.

 

4. Durante i tuoi concerti riesci a coinvolgere il pubblico in maniera magica regalando momenti di pura poesia. Come definiresti il tuo rapporto col pubblico? A cosa pensi durante il live?

STEFANO: intanto prendo ruffianamente la prima parte della domanda come un complimento e ringrazio di conseguenZa. Io ho un bellissimo rapporto con il mio pubblico, se dicessi" intimo" non direi una fesseria, per tanto lo dico ,intimo. La cosa che mi viene difficile e' proprio pensare durante un live, la mente si blocca durante il pezzo, si rilassa con l'applauso e poi si rigetta nella canzone. Ci si prende qualche pausa per sciacquare la gola ma poi la concentrazione sul pezzo ritorna molto alta e a fatica riesco a incrociare gli sguardi della gente mentre canto.

 

5. Quali sono i tuoi riferimenti artistici (non solo musicali)? 

STEFANO: io sono una di quelle persone che generalmente legge poco Se devo essere onesto leggo un sacco di gialli, su tutti camilleri, credo di avere letto tutti i libri di camilleri, Montalbano e non, letture che non si accostano alla mia musica ma che amo profondamente . Per quanto riguarda la musica ho amato immensamente de andre ogni singola canzone, poi il primo de gregori. , guccini, fossati, conte, caputo, capossela e tutti gli altri. Per andare fuori Italia su tutti i Beatles dalla sponda di paul e molto molto Dylan .

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6. Se potessi scegliere con chi ti piacerebbe collaborare oggi?

STEFANO: ci sono un sacco di brave persone ma se proprio avessi l'onore di fare un peZZO CON, farei una ballad con tom waits, come fa le ballad tom waits non le fa nessuno

 

7. Quali sono per te tre artisti italiani contemporanei che vale la pena seguire?

STEFANO: questa e' difficile per tanto citero' tre cantautori che sono anche tre amici, Marco Sforza, Folco orselli e Flavio pirini.

 

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"Adoro stare sul palco" - INTERVISTA A LARA MARTELLI -

 

 DSC8029_opt1. Cosa dobbiamo aspettarci dopo CERRIDWEN, album pubblicato nel 2007? Ci sono informazioni sul nuovo album in lavorazione? Titolo? Periodo d'uscita? Influenze? Tipo di sound? Eventuali ospiti nel disco?

LARA: Se dovessi raccontarti per filo e per segno il percorso che ci ha portato alla composizione e alle realizzazione di “Electri-city” (il mio quarto album-ancora in lavorazione peraltro) passerei giorni e giorni a scrivere..in verità, ho avuto bisogno di momenti di silenzio dopo Cerridwen..mi era successo anche con Orchidea, subito dopo il live…Dopo aver vinto il M.E.I avrei dovuto andar via, per un po’..in effetti così è stato. Ho vagabondato qui e lì , ho cercato ispirazione dalla natura prevalentemente…ho lavorato a diverse colonne sonore,ho prodotto un brano ispirato ai lavori di Lars Von Trier, intitolato “White Roses”(lo puoi sentire su www.laramartelli.it).  Poi ad un certo punto, scavato a fondo, ho cominciato a sentire entusiasmo per il vecchio soul e r ‘n ‘b..sono cominciate le prime idee, lavorando in studio con Pierfrancesco Aliotta..qualcosa che unisse il mio amore per il soul alle contaminazioni elettroniche..è un po’ questo quello che si ascolterà in “Electri-city”, un po’ di giungla urbana di Spike Lee misto ad un incontro tra Erikah Badu e Sparkle Horse…Siamo ancora alla ricerca dell’etichetta giusta, ci siamo presi il tempo per valutare le proposte..non sono poi molte in fondo, poca gente ha voglia di rischiare. Per gli ospiti ancora non mi pronuncio, ho chiesto a un po’ di “amici “di collaborare…Se ti dico tutto ora poi che gusto c’è?; ) 

 

2. Qual è il tuo rapporto con la musica? Cos'è per te la musica? Cosa significa per te fare musica? 

LARA:Il mio rapporto con la musica è sempre stato conflittuale,forte,emozionante…Non sono una di quelle artiste che passa il suo tempo sostanzialmente a comporre,cantare o parlare di strumenti…abbiamo il rapporto di due amanti che si vedono e si amano da sempre,ma non finiscono per annoiarsi perché non si vedono tutti i giorni…quando la Musica vuole parlarmi,cerco di essere abbastanza ricettiva e di ascoltare..quando sono io a voler parlare con lei, sa essere anche capricciosa….fare musica mi consente di sentirmi un essere umano con un senso…io so esprimermi così,con la voce,il corpo,le melodie…mi sento vibrare,sono capace di pensieri puri ed altissimi ,sento le mie radici,so dove vado…mi sento una persona normale,la musica è il contenitore buono della mia follia. DSC7991-2_opt_2

 

3. Quanto sei cambiata dagli inizi? Quanto e cosa è rimasto oggi della Lara che andava ospite al Roxy Bar e Help?

LARA:Io sono cambiata tantissimo ma questo non è speciale…piuttosto è stato speciale vedere come la mia voce,attraverso percorsi  di vita,dolore,noia e paura sia riuscita ed ergersi nella sua vera natura..cantare è una cosa,trovare la propria voce tutt’altra..ed io in questi anni credo di essermi avvicinata tantissimo..e quest’anno ho composto per colonne sonore,ho lavorato con dj berlinesi e ho scritto una sceneggiatura …insomma,ho cercato di spaziare ulteriormente…quando guardo indietro non mi identifico mai con un momento della mia vita piuttosto che un altro…sono in evoluzione,come tutti..certo,se poi mi chiedi se musicalmente mi riconosco in questo periodo o nel mio primo disco ti dico senz’altro che penso a me stessa come musicista solo dopo aver scritto Orchidea Porpora..è stato un lavoro sofferto,ambizioso,folle…sono incazzata perché meritava davvero un esposizione maggiore..è un disco grunge eccezionale,registrato al Southern Tracks di Atlanta,con musicisti straordinari…diciamo che abbiamo sempre anticipato i tempi. Poi è stato il turno di Cerridwen,nuovo cambio,lingua inglese,sonorità nordiche- molto delle mie radici finnico/svedesi…Sono rimasta sorpresa quando abbiamo vinto il Mei.  Ho pensato non avrebbe capito nessuno e invece Stupid Desires ha ricevuto molti riconoscimenti ed anche il video ha vinto diversi premi..lavorare con Pierfrancesco Aliotta è un privilegio,perché oltre ad essere un grande musicista è anche il mio più caro amico…Ci siamo trovati molto con questo disco..e adesso,con il quarto,ci stiamo proprio divertendo!!

 

4. Nel corso della tua carriera artistica c'è stata una continua crescita dovuta al fatto, secondo me, che non credo tu sia una cantante che vuol rimanere uguale a se stessa. Nella musica oggi è più rischioso cambiare per soddisfare la voglia di esplorare o restare ancorati a uno standard che non destabilizza i fans?

 DSC8064_optLARA:Vedi,se come me segui l’istinto e credi nell’arte come forma di espressione che non può essere incanalata o trattenuta,se immagini l’arte come una corso d’acqua che scorre e non trattenuto da dighe,allora il tuo rischio è quello di vivere di stenti e di non avere riconoscimenti economici in grado di sostentarti in questo percorso..è un rischio ma io personalmente non  passerei mai dall’altra parte,dove tutto all’esterno brilla ma all’interno imputridisce…io ho paura di diventare un artista alla quale non assomiglio. Non voglio diventare un’impiegata della musica. Ma tutto il mondo funziona nella direzione opposta. Io preferisco la verità all’oblio. Certo è che guardare e vivere con questo intento porta anche molto dolore. Io ho perso molti fans per i miei cambiamenti,e anche sostegni dai professionisti del mestiere. Se entrambi devono diventare catene,meglio lasciarle indietro,non ti pare?Diciamo che mi piacciono le persone aperte,che riescono anche a condividere visioni e pensieri,mi piace definire chi mi segue non fan,ma intenditore.

 

5. Durante il live a cosa pensi? 

LARA:“Speriamo duri il più a lungo possibile”….;) Adoro stare sul palco. Mi perdo,e tutto quello di cui normalmente non parlerei esce fuori..Divento indomabile, improvviso spesso, coinvolgo tutti i presenti..mi piace pensare che l’esperienza pazzesca che provo in quel momento la provino fino all’ultima fila…coinvolgere e stravolgere i sensi non solo tuoi,ma di tutti i presenti.

 

6. In passato sei stata l'unica artista italiana a partecipare al Tributo Ufficiale a Jeff Buckley a Chicago. Cosa rappresenta per te Jeff Buckley e la sua musica?

LARA:Per me Jeff ha rappresentato il momento in cui capisci chi vuoi essere,cosa vuoi dire,dove vuoi andare..è stato ritrovare la strada di casa,qualcosa di familiare che già mi apparteneva..ho condiviso molto con Jeff, l’ho lasciato vagare libero per i miei pensieri e gli ho permesso di colorare molte pareti della mia anima..gli devo molto. Così come devo molto a Debussy, Billie Holiday, Kurt Cobain, Thom York, Polly Jean…Ricordo quando conducevo Colorage per TMC2 e stavo a Firenze..finita la diretta camminavo da sola fino a Ponte Vecchio  ascoltando Buckley fino all’alba..

 

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7. Qual è il tuo rapporto con Roma, tua città natale ed attuale?

LARA:Amo e odio questa città di vizi,viziosi e circoli chiusi…è molto selettiva,e spesso comunica poco..ha un fascino unico,ma ora è piegata su se stessa,come un universo in panne…amo i suoi  tramonti,all’imbrunire, sono schiava della sua primavera, ma è troppo difficile lavorarci..e poi la cricca dei musicisti romani non la sopporto..tutta gente che se la tira a dismisura,ti guarda dall’alto al basso..gente che non deve lavorare per sopravvivere…gente che ha due o tre case di proprietà che affitta e poi campa di rendita..bella la vita eh? Anche io sono stata viziata, ma ho sempre lavorato nei momenti di stallo… lavori normali,anche durissimi,come operatrice sociale nei campi rom..non mi lamento,mi ritengo comunque una privilegiata però non ho l’atteggiamento che ho visto avere da molte persone che stampano un disco e poi cominciano ad avere quell’arietta sofisticata,frequentano i soliti posti dove si danno tra di loro grandi pacche sulle spalle…..mi fanno così ridere certe volte. 

 

8. Quali sono per te in Italia oggi 3 artisti (di qualunque campo artistico) che vale la pena seguire?

LARA:MMMMM…che domandona. Non saprei,mi sono un po’ isolata negli ultimi anni…ho visto molte realtà che non sembrano neanche italiane e con cui ho collaborato..band come gli Hollow Blue,che hanno davvero qualcosa di interessante da dire,fino alle realtà italiane tecno minimal,come il duo We-Reset…Anche il duo folk  Francesco Forni-Ilaria Graziano e la fotografia di Arash Radpour,  la poesia di Massimiliano Bardotti. Come vedi più di 3!!

 

9. Con chi ti piacerebbe collaborare oggi? 

LARA:Mi piacerebbe collaborare con Spike Lee…il mio quarto album sembra una colonna sonora perfetta per i suoi film..E naturalmente Thom York. Quando ho sentito Kid A ho pensato:io questo tizio lo capisco alla perfezione. Magari sono sogni impossibili:però se devi sparare tanto vale che spari in alto.

 

-TUTTE LE FOTO SONO DI Olimpia Cavriani-

 

guarda il video di Stupid Desires

 

 

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Videointervista a LO STATO SOCIALE

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Irriverenti? Indie? Scanzonati? Danzerecci? Divertenti? Chi sono i ragazzi che si celano dietro il progetto "Lo Stato Sociale"?

Vivalowcost ha incontrato Bebo e Lodo de Lo Stato Sociale,appunto, band bolognese che sta per pubblicare il suo primo album dal titolo "Turisti della democrazia" in uscita il prossimo 14 febbraio. Guardate il video e scoprite cosa ci hanno raccontato, tra aneddoti e curiosità...




>>>>>Ascolta gratuitamente l'album qui<<<<<

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Foto : Francesco Fanale

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"Mi piace molto imparare da ciò che ascolto" - INTERVISTA A DENISE

 

denise 21. Chi è Denise? Come nasce il progetto? Quando? 

DENISE: Denise è il mio progetto solista nato per gioco poco più di 6 anni fa insieme ad Alessandro Di Liegro ancora attualmente mio fedele collaboratore e chitarrista. L'esigenza di chiamare il progetto come me, è nata proprio dalla voglia di esprimere qualcosa che fosse una trasposizione in musica della mia personalità e del mio modo di vedere la vita semplicemente.

 

2. il disco "Dodo, do!" è stato accolto molto positivamente, parlaci un pò di come sono nati i pezzi, del lavoro che c'è dietro. 

DENISE: Ho lavorato al disco insieme a Gianni Maroccolo e Lorenzo Moka Tommasini responsabili della produzione artistica ed è stata veramente una bellissima esperienza. Tutto si è concentrato sulla fioritura di alcuni brani scritti nell'arco dei tre anni che hanno preceduto la pubblicazione del disco. All'inizio infatti avevamo una lista complessiva di una trentina di pezzi circa dai quali abbiamo estratto i dodici ufficiali scelti per far parte di "DODO,DO!". Ammetto che è stato per me un lavoro costruttivo all'ennesima potenza, emozionante e formativo. Unico.

 

3. Cosa dobbiamo aspettarci da Denise nei prossimi tempi? Collaborazioni, EP, nuovo disco, live?

DENISE: Da poco ho "rivelato" una nuova DENISE in italiano in occasione della partecipazione a SanremoSocial con il brano INVERNO ed è qualcosa che mi ha stupita molto, nel senso che non mi aspettavo una così intensa partecipazione da parte degli ascoltatori, tutti hanno apprezzato questa mia nuova veste e quindi ora sono già in fremito per il disco nuovo al quale sto lavorando. Sono curiosa di vedere che effetto farà l'ascolto dei nuovi brani.. mostrano una Denise un po' cambiata, più determinata ma non per questo meno "dreamer". Insomma bollono un po' di cose in pentola infatti il disco è attualmente in piena elaborazione e i live procederanno di conseguenza. Ho scritto già moltissimi pezzi..ma non posso svelare molto! E' tutto ancora in progress!

 

4. Cosa vuol dire per te 'fare musica"? 

DENISE: Per me vuol dire condividere quello che di più vivo e vero abbiamo in noi. Energia pura.

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5. Che musica ascolti?

DENISE: Ne ascolto tantissima ma sono molto interessata alle cantautrici e ai cantautori (magari sconosciutissimi) e per lo più stranieri.. potrei farti una lista infinita! Davvero! Mi piace molto imparare da ciò che ascolto, mi piace farne materia di studio e di crescita al di là del piacere che ci possa essere ad immergersi costantemente in ottime vibrazioni.

 

6. Con chi ti piacerebbe collaborare?

DENISE: Ennio Morricone, Bacharach, Emiliana Torrini, Coldplay, Radiohead…continuo?

 

7. Poniamo che hai di fronte a te un ragazzo che non ha mai ascoltato nulla di Denise. Come lo invogli ad ascoltare la tua musica?

DENISE: Non so che parole userei ma sono sicura che scatenerei la reazione inversa! Non sono così brava a farmi pubblicità ma credo che in ogni caso proverei ad incuriosirlo iniziandogli a raccontare una favola di un dodo e del suo lungo viaggio…

 

GUARDA "INVERNO" QUI

 


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