Intervista con Rita Zingariello

Abbiamo intervistato Rita Zingariello che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo "IL CANTO DELL'APE", ci ha parlato delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro.

Buona lettura.


Rita Zingariello1.Chi è RITA ZINGARIELLO secondo RITA ZINGARIELLO?
Una ventenne nel corpo di una donna con qualche anno in più continuamente alla ricerca di un motivo per riflettere e due motivi per sorridere.

2.Come definiresti la tua musica in tre aggettivi?
Spontanea, diretta, curiosa.

3.Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “IL CANTO DELL’APE”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo nasce dall'abitudine di una mia cara amica di chiamarmi “ape regina” per sottolineare una mia attitudine ad accerchiarmi di persone amabili che mi amano.
La passione comune per la natura mi ha spinto poi a dedicarle una canzone in cui ho indossato gli abiti dell'ape regina per chiamarla fuori dalla stanza in un momento in cui non riusciva a perdonarsi per quello che le sembrava essere un fallimento della sua vita sentimentale. Nasce da qui la canzone e poi tutto il resto del disco in cui "Il canto dell'ape" è diventata la voce che racconta dall’esterno emozioni intime che vanno dal tradimento alla sofferenza, dalla passione dell'indecisione alla fermezza della scelta, dal rapporto travagliato padre-figlia alla voglia di liberarsi e scoprirsi attraverso il viaggio, dalla caduta alla rinascita.

4.Quanto della tua “pugliesità” si può ritrovare nel tuo disco?
Probabilmente ci sono le influenze della terra che vivo. La passione e la passionalità, il sole e l'orgoglio di non volersi mai sentire sconfitti, i profumi della terra bagnata ma anche tanta voglia di viaggiare e di approdare in piccoli quartieri francesi e spagnoli.

5.Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ti dico le prime 3 cose che mi vengono in mente: far conoscere questo disco attraverso tanti live in giro per l'Italia e non solo, registrare un album di cover da destinare alla ricerca contro i linfomi e viaggiare, viaggiare tanto da superare la fobia del decollo in aereo.

6.Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Diventare brava al punto che ascoltando il prossimo disco possa dire di me: "Cacchio che figa questa!" e far durare la validità di quest’affermazione almeno per un anno :)

7.Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Brunori Sas per l'intelligenza dei testi, i Kings of Convenience per la bellezza degli arrangiamenti, essenziali e freschi, Any DiFranco per la forte e riconoscibile personalità.

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INTERVISTA CON I PLEBEI

Abbiamo intervistato I PLEBEI che ci hanno raccontato il nuovo lavoro dal titolo "VELO S VELO", le nuove canzoni, i progetti futuri e molto altro. Buona lettura.

plebei1. Chi sono I PLEBEI secondo I PLEBEI?
I Plebei sono innanzitutto un manipolo di anime volute, trovate e messe assieme da Sua Eccellenza Luccifugo Rofocalae, comunemente conosciuto anche come Lucifuge Rofocal. In un’epoca che si perde nell’oblio del ricordo umano, Sua Eccellenza volle creare una band in grado di influenzare il Folk italiano attingendo dalle culture plebee di tutto il mondo. Non sappiamo se alla fine ci sia riuscito, ma rimane il fatto che I Plebei sono qui dando voce a tutto ciò che è cultura e musica.

2. Come mai avete scelto questo nome che rimanda alla piramide sociale ai tempi dell’antichità?
Tra i tempi dell’antichità e quelli attuali è cambiato ben poco, se non addirittura nulla. Infatti quelli che un tempo erano nomati “plebei”, adesso rispondono ad altri nomi, ma in sostanza siamo sempre lì. A parte questa brevissima premessa, tutto è nato dall’antico soprannome del cantante e fondatore della band. Egli veniva chiamato “Plebe” da un gruppetto di patrizi figli di papà per via dell’economico modo di vestire del
cantante. Quindi facendo di questo scherno un punto di forza, decise di chiamare la neo-band “I Plebei”.

3. Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Popolare, Profonda, Persuasiva. (PPP) insomma.... Plebea.

4. Ascoltando il vostro nuovo ep dal titolo “VELO S VELO”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è stato lavorare a questo ep? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
La vera magia ha preso davvero forma dopo aver conosciuto Massimiliano Lambertini e Michele Guberti di Alka Records Label; infatti lavorare con loro è stata un’esperienza molto positiva e formante. Prima, durante e dopo le registrazioni ci siamo divertiti alla grande come solitamente avviene tra buoni amici e crediamo che lavorare in un clima così bello abbia certamente contribuito a realizzare un buon prodotto. Nell’arco di una settimana abbiamo messo assieme 5 brani ed uno di questi (Giocofuoco) è stato composto per l’occasione. Esisteva già la composizione per fisarmonica di Simon Coppolino, composizione che è piaciuta durante la pre-produzione; allora tra una registrazione e l’altra il cantante si è dato da fare per mettere un testo, una melodia e completare così il quadro. Il tutto in un contesto di allegre vibrazioni conviviali.
Velo S velo è un EP a tema che si propone di accompagnare l’ascoltatore ad avere il coraggio di rimuovere una volta per tutte, il velo che solitamente va a coprire la verità, appannandola d’apparenze verosimili, ma comunque non vere. Quando qualcosa è coperta da un velo, per paura di ciò che cela, si tende a coprirla con un ulteriore velo, magari di colore diverso. Ecco quindi che quella cosa viene ri-velata (Velata due volte). I Plebei invece vogliono s-velare quella cosa, anche se questa potrebbe arrecare un “mal di vivere” rinchiusi in una “realtà che forse realtà non è”. Quando l’ultimo velo sarà finalmente tolto,si potrà sperimentare il “Giocofuoco”, che nell’idioma della grande Trinacria significa “Fuoco d’artificio”, un’esplosione innescata dal contatto tra conoscenza ed essenza, tra coscienza e anima. Alla fine persino il peggiore degli “incubi” potrà essere trasformato in una filastrocca per bambini e non servirà più cercare “canzoni dimenticate in un cassetto”, perché sempre presenti e protette nel cuore e nella mente di chiunque.

5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Il progetto magno è quello di continuare ad esistere nel panorama musicale, soprattutto visti i tempi duri che la musica emergente sta vivendo. Conseguenza di questo sarà certamente la pubblicazione di futuri lavori e tantissime esibizioni live. La diffusione del messaggio plebeo è fondamentale per far divertire, pensare e allo stesso tempo gratificare l’orecchio di chi ci apprezza.

6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Per un musicista, vivere con la musica, per la musica e di musica è il vero sogno. Noi Plebei ce la metteremo tutta perché sappiamo benissimo che un sogno, se rimane troppo tempo nel cassetto, poi il tarlo se lo mangia. Il mezzo per raggiungere l’obiettivo è relativamente sconosciuto, ma forse è proprio questa incognita a rendere un sogno abbastanza desiderabile per cui valga la pena coltivarlo.

7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Scraps Orchestra, Quintorigo e Centro Malessere.

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INTERVISTA CON I MAGAR

Abbiamo intervistato i MAGAR che ci hanno raccontato il loro nuovo lavoro dal titolo "CAPOLINEA", le nuove canzoni del disco, i progetti futuri e molto altro.

Buona lettura

magar1.Chi sono i MAGAR secondo i MAGAR?
1.I MAGAR sono DAVIDE, TORE, ANDREA, GIUSEPPE, un gruppo di amici che da 18 anni fanno musica per divertimento e per passione.

2.Come mai avete scelto questo nome per il vostro progetto?
MAGAR è l'antico nome del paese di origine della band nata a Mara, un paesino della provincia di Sassari.

3.Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
ORIGINALE, PIACEVOLE, INTERESSANTE.

4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “CAPOLINEA” , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: come mai questo titolo per riassumere l’intento dell’ep? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
CAPOLINEA è nato per esprimere il nostro arrivo e la nostra ottima ripartenza. L'ep è un concentrato di nuove idee, nuove sonorità; sentivamo l'esigenza di provare e trovare nuove strade.

5. Nelle quattro canzoni che compongono “CAPOLINEA” si assaporano diverse atmosfere del vostro sound: dal rock all’elettronica passando per la ballad e per tante sfumature suggestive. Come coesistono questi diversi spunti sonori nella vostra musica?
Coesistono grazie alla grande capacità di adattamento e conoscenze musicali che ci accomunano, la musica è immensa ed è limitativo soffermarsi ad ascoltare o a suonare sempre le stesse cose.

6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Progetti futuri? Tanti...per ora ci concentriamo sul presente non dimenticando il passato, ma strizzando un occhio al futuro, qualsiasi esso sia.

7.Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Fare buona musica e che sia apprezzata da molte persone...

8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
MAGAR(OVVIAMENTE), BIFFY CLYRO, MANESKIN.

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INTERVISTA CON RICCARDO MAFFONI

Abbiamo intervistato RICCARDO MAFFONI che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo "FACCIA", ci ha parlato delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro..

Buona lettura.

Riccardo Maffoni disco1.Chi è RICCARDO MAFFONI secondo RICCARDO MAFFONI?  
1.Riccardo Maffoni è un cantautore, ma prima ancora un artista, è così che mi piace vedermi, un artista, una parola più ampia, che va al di là del concetto di musicista o cantautore, li include , ma va oltre. L'artista è una persona che comunica la propria esistenza attraverso la propria arte, nel mio caso la musica. Ma può accadere anche in forme diverse, non soltanto attraverso la scrittura di una canzone.
 
2.Come definiresti la tua musica usando tre aggettivi?
2.Istintiva, evocativa, liberatoria

3.Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “FACCIA”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
3.Questo titolo, Faccia, è nato durante la lavorazione al progetto. Il mio ultimo album di inediti risale al 2008, 10 lunghi anni nei quali ho continuato a scrivere canzoni, canzoni che ho portato in studio l'anno scorso. Molte sono nate anche durante le registrazioni ed una di queste è proprio Faccia. Forse per questo è diventata la canzone che più riassume lo spirito dell'album, perchè arrivata quando il quadro cominciava a delinearsi e il tutto assumeva il disegno finale. Faccia sono io, sono questi 10 anni, è la mia vita, dentro le mie canzoni. Non è il metterci la faccia, è metterci tanto, tutto! E' uscire dallo studio con la convinzione di aver dato il meglio. Così è nato questo disco, da una forte esigenza di mettere tutto quello che sono in una serie di canzoni che potessero raccontarmi, e raccontare quello che penso e credo. Ogni canzone è una storia a sè, ma credo siano tutte unite da un concetto, da una idea di base.  Ci vuole Faccia, coraggio, voglia e fame!

4.Cosa aggiunge il disco “FACCIA” alla tua carriera?
4.Faccia è l'album di un uomo di 40 anni. La mia vita è cambiata, la mia musica, la mia arte, tutto cambia, tutto si muove nel corso del tempo, ma paradossalmente le sensazioni, le emozioni, la voglia di esserci ancora, con la propria voce, con le proprie canzoni, tutte queste componenti sono sempre quelle di allora, quelle della prima volta. Ogni album è un pezzo della tua vita, è costruirsi la proprio strada, per arrivare alla fermata successiva.

5.Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
5.I Lumineers, il loro singolo Ho Hey l'ho sentito in radio una sola volta e non me lo sono più tolto dalla testa, veramente incisivo. Poi scelgo due voci femminili, due artiste molto particolari e talentuose, Lorde, il suo singolo Royals è uno dei più bei brani degli ultimi anni a mio parere, e ALA.NI, voce straordinaria e molto affascinante.

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INTERVISTA CON DIANA TEJERA

Abbiamo intervistato DIANA TEJERA che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo “MI FINGO DISTRATTA”, ci ha parlato delle nuove canzoni, dei suoi progetti futuri e molto altro...

Buona lettura.


31 YaraBonanni web preview1. Chi è DIANA TEJERA secondo DIANA TEJERA?
1. Una sentimentale spericolata.

2. Come definiresti la tua musica in tre aggettivi?
2. Sensibile, ironica, audace.

3. Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?
3. La musica per me è uno spazio creativo libero e vitale grazie al quale posso conoscere e riconoscere parti di me talvolta nascoste. Spesso è stata una terapia o una via di fuga. Anche ascoltare musica rappresenta un modo per avvicinarmi alle mie emozioni, dandomi la possibilità di soffermarmi su di esse, quando spesso vengono trascurate dagli ingombri quotidiani.

4. Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “MI FINGO DISTRATTA”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
4. Il titolo dell'album è anche il titolo dell'ultima brevissima traccia che fa della finta distrazione una strategia per mantenere  vivo l'amore. Mi piaceva giocare con la doppia lettura di questa frase apparentemente ironica ma che contiene una riflessione amara sulla natura di certe relazioni. Amare è un'arte complicata, difficile da improvvisare, e visto che questo disco parla di amore in tutte le sue forme ho pensato potesse essere il titolo giusto. Questo lavoro è nato dall'incontro con una bravissima autrice, Sara De Simone. Ci siamo ritrovate quasi involontariamente a scrivere delle canzoni che mi hanno stimolato e acceso l'immaginazione. Insieme siamo riuscite a scrivere testi ironici ma al tempo stesso profondi.

5. Quali sono i tuoi progetti futuri?
5. Portare in giro questo album il più possibile, finire il nuovo disco di Ed Mondo, il mio progetto sperimentale con Ersilia Prosperi, compositrice e trombettista talentuosa e produrre alcuni brani di altri cantautori come Alessandro Orlando Graziano. E più che un progetto ciò che mi auguro è di avere voglia sempre di scrivere e comporre musica.

6. Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
6. Il mio sogno nel cassetto è quello di duettare con Joan As Policewoman magari in un brano scritto a 4 mani.

7. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
7. Consiglierei senza dubbio di ascoltare Giovanni Truppi, che trovo intenso e poetico, Joan and policewoman per la sua ricerca e originalità, Nick Cester and Milano elettrica perché è l'ultimo disco che mi ha conquistato.

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