Birra nostrana: dove e come consumare quella artigianale

In Italia il consumo di birra è cresciuto esponenzialmente negli anni. E oggi, oltre ai grandi marchi ormai consacrati dal mercato, le birre artigianali italiane conquistano il mercato di casa nostra e l'estero. Si tratta di microbirrifici artigianali specializzati sia in birra alla spina che in bottiglia.
La varietà e della qualità di proposte spaziano dalla birra al cardamomo, alla castagna, alle note di cioccolato e perfino alle foglie di tabacco toscano.

E siccome in estate la voglia di birra impazza, ecco qualche informazione per bere una buona e nostrana birra.

I microbirifici sono tutti (o quasi) associati di Assobirra, l'associazione di produttori che ne certifica la qualità. E' proprio Assobirra ad aver diffuso la "Carta della birra". A partite dall’importanza della schiuma, che deve essere alta due dita e ben compatta, che esalta sapori e aromi della birra e la protegge dall’ossidazione, rendendola più buona e digeribile. Per farla sviluppare in giusta quantità è fondamentale spillare la birra in due fasi: prima versandola lentamente, tenendo il bicchiere leggermente inclinato, poi, dopo averlo raddrizzato, più velocemente.

E, a proposito di bicchiere, la Carta del Servizio sfata il “mito” del boccale. Ogni birra, come il vino, chiama il “suo” bicchiere: ciascun stile di birra ha infatti il bicchiere più appropriato che permette di esaltarne il gusto e l’aroma al meglio, aiutando la formazione della giusta schiuma. L’importante è che sia in vetro, sempre pulito e eventualmente bagnato con acqua fredda, per abbassarne la temperatura e favorire la formazione e la tenuta della schiuma. Fondamentale anche la scelta della giusta temperatura, fondamentale per non compromettere la buona riuscita di un abbinamento. La classica “chiara” (soprattutto Lager e Pils) va infatti bevuta a temperatura di frigorifero, tra i 3 ed i 6 gradi. Più una birra è corposa e alcolica, più sale la temperatura a cui berla.
La birra va conservata in luogo fresco e al riparo dalla luce, evitando l’umidità delle cantine. E, a differenza del vino, va bevuta “giovane”, perché più è fresca, più mantiene integri sapore e gusto.

E per chi è alla ricerca di una birra nostrana ecco una piccola mappa dei sempre più noti microbirrifici italiani .

Sapori inediti e lavorazioni di qualità avvengono in piccole strutture artigianali ma di alta tecnologia che, in alcuni casi, accompagnano i pub e i ristoranti adiacenti, oppure prendono la strada della distribuzione mirata, anche attraverso le grandi enoteche. “Birra del Borgo”, assieme ad un altro microbirrificio storico, il Baladin di Piozzo (Cuneo) ed a un pub romano in Trastevere specializzato in birre artigianali, hanno lanciato la prima catena di locali dove si degustano birre artigianali alla spina e in bottiglia. A maggio è stato inaugurato il primo punto degustazione a Cinzano, nel cuneese, e a settembre seguirà l’apertura a Roma di un locale in Largo Argentina.


Il Birrificio Baladin di Piozzo (CN), è conosciuto in tutto il mondo per le birre di altissima e riconosciuta qualità, decantati perfino dal New York Times, e le iniziative culturali e promozionali in favore di una sempre maggiore cultura di prodotto, non ultima la creazione del primo consorzio di produttori artigianali italiani di birra, CONSOBIR.
La Birra Del Borgo di Borgorose (RI) produce una vasta gamma di stili e di aromatizzazioni, mettendo in pratica i segreti appresi dai mastri birrai tedeschi e belgi. Birrificio Turbacci di Mentana (RM) è, per anzianità, il primo brewpub del Lazio, nonché terzo microbirrificio italiano.
Atlatis Coelestis di Roma, che ha sposato in pieno la filosofia della birra nell’alta ristorazione proponendo le sue etichette solo in abbinamento al menu creativo del ristorante annesso al birrificio: un indirizzo fidato per i gourmet della Capitale dove sperimentare anche un’originale birra al cardamomo.

Il binomio birra artigianale e eventi musicali è invece l’elemento cardine di Stazione Birra, che dal 1998 affianca all’impianto produttivo della “Birra Gladiatore” uno dei palcoscenici più caldi di Roma. Mentre operano ad Ostia i giovani mastri birrai di  Birradamare – BOA (Birrificio Artigianale Ostiense), che hanno recentemente ristrutturato gli impianti produttivi per far fronte alla crescente domanda e conquistare il settore Ho.Re.Ca e la Grande Distribuzione. Dal Lazio alla Toscana, La Petrognola a Petrognola (LU) rappresenta, fin dal nome, una realtà fortemente legata al territorio e ai prodotti tipici regionali: l’azienda si avvale infatti della sua posizione strategica per produrre una birra 100% farro ed un’altra aromatizzata con le castagne della Garfagnana, considerata tra le migliori d’Italia.
Al Birrificio Lodigiano di Casalpusterlengo (LO) sono rinomate le note di cioccolato che caratterizzano la tanto apprezzata “Via Lattea” e lo stile boemo che dà corpo alla pilsner “704”. E anche il Sud della Penisola può raccontare delle interessanti storie di birra: qualità e varietà degli stili sono anche il leit-motiv di Maltovivo, di Capriglia Irpina, in provincia di Avellino.