QUANDO FACEVO LA CANTANTE, esce oggi uno splendido progetto di Antonella Ruggiero

QFLC C01 Copertina bIn un panorama musicale mordi e fuggi, dettato dalle hit radiofoniche, i reality canori e la sovraesposizione social, Antonella Ruggiero riporta la musica alla sua dimensione di Arte con la A maiuscola.

Quando facevo la cantante” è un opera in sei atti che racchiude in 115 brani le principale tappe del percorso di ricerca sonoro e spirituale che dal 1996, anno del ritorno sulle scene nelle vesti di solista, ha traghettato la Ruggiero in un cammino di conoscenza e sperimentazione. Un progetto che racchiude registrazione live, nuovi arrangiamenti e rarità, curati dall’artista insieme al Maestro Roberto Colombo, compagno di vita e d’arte. Il booklet del cofanetto si rivela come una preziosa opera di accompagnamento per l’ascoltatore, presentando scatti fotografici e brevi racconti sulle canzoni, insieme a tutti i testi dei brani.

I sei cd sono suddivisi per aree tematiche: la prima selezione, “Canzone dialettale e popolare” esalta la musicalità delle lingue locali dal genovese di “Crêuza de mä” al milanese di “O mia bela Madunina”; il capitolo de “Le mie canzoni” riprende alcuni pezzi di punta della carriera coi Matia Bazar come “Vacanze Romane” e “Cavallo bianco” insieme ad alcune composizioni del repertorio solista sanremese e non quali “Amore lontanissimo” e “L’impossibile e certo”; la parte sulla “Canzone d’autore” ripropone grandi successi del panorama italiano di tutti i tempi da “Impressioni di settembre” a “Parlami d’amore, Mariù”; il cd “Canzoni dal mondo” raccoglie perle internazionali in diverse lingue e generi, dall’inglese di “Summertime” al portoghese di “Coimbra”; la sezione “Il sacro e il classico propone preghiere, canzoni religiose e spirituali, come “Agnus dei”, la bellissima “Medea” ed alcune canzoni di Fabrizio De Andrè; l’ultimo capitolo “Le stranezze” mette in risalto l’attitudine più giocosa dell’interprete, dando spazio al virtuosismo come in “Mircau” e “Aleppo”.

Una costante che emerge dall’ascolto dei 115 brani è il ricco eclettismo stilistico e la grande personalità vocale che hanno reso Antonella Ruggiero un unicum della canzone italiana. Un’interprete da preservare, valorizzare e riascoltare, sfuggendo dagli stereotipi e dalle mode del consumismo musicale moderno.