"Siamo ceppi che bruciano nello spazio": intervista ad Orchestra of spheres

Abbiamo contattato Orchestra of spheres, interessante band neozelandese che ha da poco pubblicato il suo 7" dal titolo "Fingerweg Lost Days". Ci hanno raccontato le nuove canzoni, i loro gusti musicali e i loro progetti futuri. Buona lettura.

 

oos cover web1. Chi è/sono orchestra of spheres secondo orchestra of spheres ?
Oos sono delle persone a cui è successo di passare attraverso il tempo e lo spazio assieme, nello stesso momento.


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Dei ceppi che bruciano nello spazio. Preferiamo scegliere 3 sostantivi: Animale, Sesso, Cervello.


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
Per noi la musica è spirito nell'informazione del suono. Tutto quanto sta lì dentro.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo Fingerweg Lost Days, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il singolo è stato registrato nel settembre del 2012 in Italia all'Outside Inside Studio, è uscito qualche settimana fa. Fingerweg in tedesco vuol dire “giù le mani”, ci è subito piaciuto come suonava questo pezzo, e il testo siamo noi che giochiamo col flusso di coscienza. I testi nella registrazione li abbiamo improvvisati in studio.


5. Quali sono i vostri progetti futuri?1425796 662519247126204 921600565 n
Vogliamo registrare delle cose nuove ad inizio anno, e vogliamo inventare il più possibile nuove idee e strumenti musicali.


6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Scoprire suoni nuovi. Suonare in Islanda e fare un tour in Giappone.


7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Terror of the Deep, Circle, OOIOO

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"La quota fucsia del pop italiano" : intervista a DOREMIFLO

Abbiamo contattato DOREMIFLO che ci ha rilasciato una bellissima intervista in cui si parla del suo nuovo album dal titolo "BENE", della sua musica, dei suoi progetti futuri, dei suoi gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

 

cover-doremiflo-bene1. Chi è DoremiFlo secondo DoremiFlo? Da dove deriva la scelta di utilizzare questo nome?
"DoremiFlo è la quota fucsia del pop italiano!" … "DoremiFlo è la nota che mancava!"... Questi sono dei piccoli slogan che ho inventato per farmi ricordare simpaticamente.
Questo nome è nato per caso mentre cercavo il titolo della mia prima mostra personale “Quadri in musica e colore”, la titolare del negozio che mi ospitava ha avuto l'intuizione e me ne sono innamorata subito! Suona bene, fa sorridere, sembra una filastrocca, si fa ricordare e non passa inosservato (anche in negativo, mi è capitato che mi dicessero “Ma cosa hai fumato per inventarlo?”).
DoremiFlo è tutta fucsia per una scelta di comunicazione ben precisa, è il colore della femminilità, della determinazione nel prendersi i propri sogni, dell'essere estroversi e introversi allo stesso tempo, dolci ma aggressivi … rispecchia appieno sia me che il cd.


2. Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Tre aggettivi … umh … direi innanzitutto solare, positiva, varia … poi però devo aggiungere: è semplice ma non banale, orecchiabile ma non già sentita, fresca e originale ma non strana. Passo dal pop al rock, dal country al funky, dall'andazzo della canzone d'autore all'elettronica, non mi annoio e non vi annoio, mi diverte proprio fare musica, penso non solo a scriverla ma anche a chi la dovrà sentire!


3. Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?8-low
Fin da piccola ho ascoltato musica, quella che ascoltavano i miei genitori ovviamente, Michael Jackson, Mina, Battisti, Nannini, Queen … gran musica devo dire! Ho cominciato a studicchiare chitarra classica per qualche anno ma poi ho smesso, per riprendere da autodidatta al liceo, ho sempre nutrito un certo interesse e amore per la musica, che a 16 anni è fiorito quando ho scritto la prima canzone e formato una band i “C14” poi “Fragile Mania”. È stato tutto un crescendo che mi ha travolto e portato a vivere la vita in una certa direzione, molto diversa da come la vivevano i miei coetanei, e che la vivono tutt'ora! Direi che senza la musica sarei completamente un'altra persona!
Adesso senza musica nel silenzio assoluto ci sto solo quando non posso farne a meno o quando non dipende da me, ma comunque ho sempre qualcosa da canticchiarmi nella mia intimità. Nella normalità radio o computer sono sempre a casse accese, la musica in streaming mi sta aprendo molti orizzonti, ascolto di tutto e da tutto il mondo, passo dai Muse, ai Garbage, da Gazzè alla Consoli, e ultimamente sto ascoltando e apprezzando molti gruppi emergenti come me. Mi serve tantissimo anche per evolvere e sviluppare i miei gusti e altri stili di scrittura.


4. Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “BENE” , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne: melodie appassionanti e coinvolgenti, che mettono di buon umore. Innanzitutto: a cosa si riferisce il “Bene” del titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
C'è tanta musica in questo cd, al contrario della tendenza del pop che gira oggi in radio che mira ad essere molto essenziale e a far spiccare solo le belle voci degli interpreti. Le mie canzoni mettono di buon umore perchè rispecchiano molto la mia “filosofia”, e in questo, diciamo così “piattume” generale, il mio cd serve a spiazzare, deve essere qualcosa che lascia il sorriso, e viste le reazioni generali di chi lo ascolta ci sta riuscendo! Il titolo, e la canzone dal quale lo traggo, ne sono il manifesto.
È un cd con tante influenze, tanti stili e se vogliamo anche citazioni, porta la produzione artistica di Andrea Maddalone, arrangiatore e grande chitarrista, suona nei New Trolls e ha firmato lavori per Casalino (comico di Zelig anche lui genovese), Zucchero, Biondi, ha fatto tante tournèe con i big.
Il cd è un progetto più ampio che porto avanti insieme alla mia bassista Ebe Rossi, con la quale abbiamo studiato anche in parte alcuni arrangiamenti in pre produzione. Sono stati fondamentali anche i miei/nostri Fan, che hanno portato a termine con successo una raccolta fondi su Musicraiser.com (aprile-giugno 2013), i soldi li abbiamo in parte usati per stampare qualche copia fisica e per andare avanti con la promozione.
Ha visto la collaborazione di Andrea Manca mio ex chitarrista e molti altri amici musicisti e sound engigneer.
Lo si trova su tutti gli store digitali, passando dal sito www.doremiflo.it potete ascoltare anteprime e vedere tutto quello che succede.


5. Come nasce un brano firmato DoremiFlo? Cosa ti influenza?
Avete presente questa fantomatica e tanto citata “ispirazione”? Ecco … nascono così, prima penso a cosa vorrei fare dire o suscitare, poi aspetto … in un momento qualsiasi della giornata, compresa la notte (come “Elektrica”), può arrivare l'ispirazione e devo essere pronta con carta penna e telefono per registrare le prime idee!
Può venire prima il testo o prima la musica, non c'è una regola. Spesso nascono di getto in un paio d'ore complete di tutto il primo arrangiamento (come “Velocità Massima”), a volte mi rimangono a metà per settimane, addirittura anni (come “Irrequieta”), molte altre volte scrivo e butto via.
I temi sono i più vari, anche se parlo di amore non parlo di abbandono nel modo classico della sofferenza, ma del giro di pensieri che possono nascere nella testa di una persona. Parlo quasi sempre in prima persona e con un TU immaginario, che poi è chi mi ascolta, mi piace creare un possibile dialogo lasciando il sorriso ma anche una riflessione. 


6. “Bene”, “Blues Assassino” ed “Irrequieta” sono tre canzoni che riassumono molto bene, secondo me, questo disco. Vuoi parlarcene? Che significato hanno per te questi brani nello specifico?
Sono tre canzoni che rappresentano bene 3 stili: il tormentone pop da radio, il simil-blues spaccone, la canzone d'autore. Hanno anche 3 temi molto diversi: solarità e positivismo all'ennesima potenza, dico la parola bene ogni due; l'amore visto da una prospettiva diversa che si fa impertinente, quella dell'amante che si ribella; l'irrequietudine dell'essere umano, del sentirsi non al proprio posto, del volere qualcosa che va oltre e che ci fa comunque vedere la speranza e la rinascita.
“Blues Assassino” è la più recente, “Irrequieta” la più datata rimasta per anni tra i fogli delle centinaia di canzoni che ho scritto, “Bene” è nata per un mio gioco sopra un loop di 4 accordi, poi ho deciso di svilupparla nel tempo. La portai in semifinale ad un concorso nazionale e mi dissero “Portala avanti perchè questa canzone ti porterà fortuna” … staremo a vedere!

 

doremiflo27. Quali sono i tuoi progetti futuri?
A breve uscirà un video promo di “Caos VS Flo”, con Ebe abbiamo già deciso quali saranno i 3 singoli da lanciare in primavera, estate e autunno prossimi.
Con i miei collaboratori sto scrivendo il copione di altri video promo, senza tante pretese, veloci e semplici, anche girati con un telefono, ma saranno efficaci per il loro fine.
E poi … siccome “frullo” sempre … sto già lavorando ad un prossimo cd o ep, forse già 2015?

 

8. Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è quello che hanno tutti gli emergenti, essere “scoperta” da qualcuno che abbia voglia di credere in me senza per forza cambiarmi seguendo le mode radiofoniche del momento, ma consigliandomi le cose giuste da fare. Ancora più nascosto ce n'è un altro che mi porto dentro da quando ho cominciato a fare musica, mi piacerebbe partecipare a Sanremo.


9. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Oltre a DoremiFlo?? Eheh scherzi a parte … sto rivalutando i Marta sui Tubi che invece a Sanremo mi avevano un po' spiazzata. Adoro lo stile di Lykki Li, in molti la conoscono solo per il remix di “I follow rivers” e non sanno cosa si perdono …  Mi incuriosiscono i Blastema, in molte sfumature mi ricordano i Muse e i Placebo.
E poi ce ne sarebbero una marea, band o cantautori/cantautrici che conosco personalmente o con i quali ho condiviso diversi palchi, tutti meriterebbero di emergere! Li saluto!

 

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"Questi siamo noi, semplicemente" : intervista ai THE SINGERS

Abbiamo contattato THE SINGERS che hanno da poco pubblicato il loro album omonimo; ci hanno raccontato i nuovi pezzi, la loro musica, i loro progetti futuri, i loro gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

 

1461168 587955301252360 8254497 n1. Chi sono i The Singers secondo i The Singers?
The Singers sono 5 amici, 5 personalità differenti eppure complementari, 5 musicisti che insieme, suonando e scrivendo canzoni, hanno trovato la propria dimensione.


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
È sempre complicato definire la propria musica o comunque lo è per noi perché scriviamo e suoniamo quello che ci viene naturale senza starci troppo a pensare. Ci piace pensare che le nostre canzoni rendano giustizia alle belle melodie, quelle che ti entrano dentro e ti viene da cantarle quando meno te lo aspetti. Ecco, per definire la nostra musica con 3 aggettivi sceglieremmo appassionata, colorata, intensa.


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
In una parola, la vita. Respiriamo musica dalla mattina alla sera e quando non stiamo suonando ne stiamo parlando o la stiamo ascoltando. Le melodie di molte nostre canzoni sono nate nei momenti più impensati: appena svegli, a cena, sotto la doccia. Le suggestioni musicali sono imprevedibili, in questo senso, ma cerchiamo di farci trovare sempre pronti. E poi siamo degli ascoltatori seriali di musica, quasi ossessivo-compulsivi: siamo curiosi del passato e delle novità, senza limiti di genere.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro omonimo, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscire. Innanzitutto: Come mai la scelta di non dare un titolo in particolare al disco? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?599561 381945105186715 191032422 n
"The Singers", nasce praticamente già durante la produzione di “The Room Went Black” (2011), il nostro primo lavoro. In particolare, canzoni come "Flowers in Navona" e "Promises We Made" sono state scritte proprio in quel periodo, anche se poi hanno subito diverse revisioni. In ogni caso, il disco, così come il primo, è nato dalla grandissima voglia che abbiamo di far sentire a tutti le nostre cose e la direzione chiara che stava prendendo il nostro sound. Questa volta abbiamo sentito chiaramente che avevamo qualcosa in più da dire e da dare. Meglio ancora, eravamo consapevoli di avere la possibilità di fare un disco il più possibile senza riferimenti, senza etichette, bello (almeno per noi) punto e basta. Ed è per queste ragioni – il sound definito e la rinnovata consapevolezza – che abbiamo chiamato l’album come la band: per dire "questi siamo noi" e “queste sono le nostre canzoni”, per sottolineare di aver fatto il disco che volevamo fare, senza limiti, senza generi, senza riferimenti, per quanto possibile. In questo i Velvet, che ci hanno accompagnato nella produzione dell’album e nella registrazione che si è svolta nel loro CoseComuni Recording Studio vicino Roma, sono stati semplicemente perfetti. Ci hanno seguito e consigliato per il meglio senza mai imporsi: dei musicisti veri che guardiamo con immenso rispetto.


5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Suonare, suonare, suonare. Siamo reduci dal bellissimo concerto romano di presentazione del disco e in questi giorni siamo impegnati nella promozione tra interviste e live in radio. Subito dopo, però saranno i concerti a farla da padrone. 


6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Dobbiamo ammettere che da quando ci siamo immersi in questa avventura abbiamo fatto avverare i sogni che sino ad allora avevamo nel proverbiale cassetto, come suonare in apertura a grandi band come Yuck e Arcane Roots o registrare un album con musicisti affermati come i Velvet.


7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Coldplay, Vampire Weekend e The National.

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“Moondog Mask” è il loro ultimo disco : intervista agli HOBOCOMBO

Abbiamo contattato gli Hobocombo che ci hanno raccontato il loro nuovo disco dal titolo “Moondog Mask”, ci hanno parlato della loro musica, dei loro gusti musicali, dei loro progetti futuri e molto altro. Buona lettura!

 

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Nel 2010 tre musicisti si sono incontrati ad un concerto e hanno pensato di dar vita ad un progetto dedicato alla musica di Moondog, lo straordinario artista di strada newyorkese. A quel primo omaggio, documentato nel disco "Now that it's the opposite, it's twice upon a time", hanno fatto seguito la residenza di Bisar al Kunstlerhaus Bethanien di Berlino (in cui sono stati realizzati nuovi arrangiamenti per la colonna sonora di "Video Days" di Spike Jonze), la creazione del programma radiofonico "Witch of Endor" (in onda sulle frequenze di Radio Libertaire, Parigi) e un bel po' di concerti in giro per l'Europa. Ora gli Hobocombo sono una band orgogliosa del proprio sound, finalmente inciso nei solchi di "Moondog Mask".


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?

Esotica, magnetica, immaginifica.


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?

La musica è un linguaggio (e, vi prego, non pensate alla retorica becera della musica come linguaggio universale). E' un linguaggio duttile e versatile che consente, forse più di altri, di combinare oggetti molto differenti per grammatica e per retorica. Il gioco, la scommessa è di unirli costruendo ogni volta un mondo nuovo con una sua propria identità.
In questo disco ci sono frammenti di brani tradizionali, improvvisazioni al sintetizzatore, canzoni. Da questo si può facilmente immaginare che ascoltiamo cose molto diverse, dal cantu a tenore al kraut.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “Moondog Mask”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo per il disco? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?294111 224921214221351 1913388 n

Di fronte ad un mondo musicale che brucia tutto in poche settimane, che impone di registrare un album in una settimana, che chiede di sfornare un disco e un tour all'anno, noi ce la siamo presa comoda, realizzando le riprese e i mix in totale autonomia. Le registrazioni sono cominciate a Berlino nell'estate del 2011, sono proseguite in vari luoghi fra Italia e Germania, si sono concluse nuovamente a Berlino. Questo ci ha consentito di lavorare con calma e serenità, di lasciar sedimentare le esperienze che facevamo, di sperimentare e di scegliere. E quindi di unire pezzi scritti sul Mar Baltico con materiali d'archivio degli anni '60, composizioni di Moondog con brani nostri.


5. Quali sono i vostri progetti futuri?

Il 29 gennaio presenteremo il disco al CTM Festival, probabilmente la più interessante rassegna di musica sperimentale di Berlino. Il 31 partirà la distribuzione europea con Broken Silence. Nel frattempo uscirà anche il vinile. Diciamo che siamo concentrati nel portare il Magnetic Sound ovunque.


6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?

Musicalmente parlando siamo piuttosto soddisfatti: il disco ha ricevuto un'ottima accoglienza, il tour sta andando benone, giriamo l'Europa e conosciamo persone interessanti. Spesso (e certamente non solo per noi) c'è un problema sul piano materiale, ma allora parliamo di diritti, non di sogni.


7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?

Possiamo consigliare invece tre dischi da ascoltare contemporaneamente?
"I hear a new world", Joe Meek, Triumph 1960
"Italia vol.1", antologia a cura di Roberto Leydi, Albatros 1970  
"Ritual of the Savage", Les Baxter, Capitol 1951

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