Vai e vendi il tuo talento, perchè un talento va pagato

Arrivederci Roma, è stato un piacere conoscerti sotto questo aspetto, un pezzetto di strada. Si concludono oggi i due giorni nella capitale del mio "busker tour". Parto con la consapevolezza di voler ritornare, il processo di iniziazione ha dato i suoi frutti, dolci e amari, e va bene così, mi è sempre piaciuto l'agrodolce...

roma

Ringrazio William Buca, la sua musica, la sua voce, la sua compagnia. Caro amico, ti auguro di realizzare tutti i tuoi sogni, continua a camminare e non avrai bisogno di diventare famoso per sentirti appagato. Ringrazio gli artisti incontrati, l'iimpegno e la tenacia che giornalmente li contraddistingue nella ricerca della loro "libertà". Ringrazio i cocchieri, i cavalli e tutte le orecchie attente che hanno accolto la mia musica. 

>Ringrazio il sassofono di un vecchio sud americano che guardandomi negli occhi mi ha detto: "vai e vendi il tuo talento, perchè un talento va pagato"..

Ringrazio tutte le persone che mi hanno sostenuto fin dall'inizio in questo mio progetto. Che fatica ragazzi e che soddisfazione...

Ciao Roma, Roma capoccia...

Ps. Il 18 marzo credo di suonare a Trani...

Buona strada a tutti...

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Buongiorno, mi chiamo Fabio De Matteis e ho una relazione aperta con i miei desideri

 

Oggi il sole splende alto su Roma. Mi piace credere che non aspettava altro, oggi è iniziato il mio "busker tour"

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Entusiasta scendo le scale e mi tuffo in strada trasportando il mio ampli e sulle spalle la chitarra. Appuntamento con William Buca alla Feltrinelli, largo Argentina.

Puntuali arriviamo al Pantheon, centinaia di persone sedute sugli scalini di una fontana e poi, noi, la nostra musica, mosaico dell'aria. Non sento il minimo imbarazzo, sono pronto e mi presento: "Buongiorno, mi chiamo Fabio De Matteis e ho una relazione aperta con i miei desideri", e poi via una dopo l'altra, le canzoni, leggere come fossero petali di una margherita, e la mia voce che dalla pancia si espande nei vicoli della capitale.

Non mi aspetto niente, nessun applauso, nessun riconoscimento, mi ascolto e mi piace così, non voglio essere in nessun altro posto, se non qui dove mi trovo. E come spesso accade quando non ci si aspetta niente, arrivano le sorprese. Così, mentre vado per pennellare l'ultimo accordo, resto ancora qualche secondo con gli occhi chiusi e improvvisamente un unico battito di mani benvenuto arriva alle mie orecchie, beate, e con loro beato io.

Una bambina poggia delicatamente il suo foulard a terra, mi guarda, sorride e si siede. Una scolaresca di ragazzi greci, in cerchio mi balla attorno. E ancora tre fotografi che ripetutamente scattano le loro immagini, mi dicono: "scusa possiamo fotografare? Sai stiamo facendo un lavoro per una scuola"

E poi amici venuti ad incontrarmi, che piacere...Mi sento un anonimo al centro dell'universo. Ho la possibilità di urlare, alzo gli occhi al cielo, tutt'intorno vedo arte e respiro storia.

Ma oggi non è stato solo il giorno della musica, oggi mi sono dato la possibilità di confondermi con chi vive esprimendosi in strada. Così ho conosciuto Plamen, il sassofonista rom che da più di quindici anni è arrivato e vive in italia con la moglie e i figli, anche loro musicisti. Mi dice: "è dura, un tempo guadagnavo tanto, ma oggi siamo davvero in tanti e il comune ha vietato troppe zone, quindi siamo costretti ad ammassarci qui".

Mi spiega le regole che bisogna rispettare per non avere problemi. E' proprio così, esiste un codice che non ha niente a che vedere con le regole arrivate dalle istituzioni. Chiaramente mi dice: "qui non ti puoi mettere, è occupato". Inizialmente, mi infastidisco, continuo ad ascoltarlo, poi capisco che, ancora una volta il potere dall'alto crea guerre su guerre, guerre tra poveri.

Fondamentalmente, a Roma gli artisti di strada non sono liberi poichè devono combattere tra di loro per avere un spazio, e devono combattere con le istituzioni per non combattere tra loro. 

Nel pomeriggio decido di spostarmi in piazza Navona per lasciare spazio a chi fa l'artista di strada per mestiere. E' davvero come se la passione venisse messa in secondo piano, tra di loro non si dicono: "stai qui, vai tranquillo, puoi suonare", bensì "stai qui, vai tranquillo, puoi lavorare". Cambia la piazza ma non la situazione, ma non le regole nelle regole. Vincenzo è romano e da più di trent'anni suona per strada e nella strada si guadagna da vivere. Anche lui si sfoga e mi racconta di come ci sia poca possibilità di uscita da questa situazione, in una città che permette a tanti di suonare, ma in spazi molto ristretti. 

Vincenzo oggi non ha voglia di "lavorare", non ha voglia di lottare, oggi mi lascia il suo spazio, felice di avermi come compagnia....

Sono le sei, in questo sereno pomeriggio romano, stanco ripongo la chitarra nella custodia, spengo l'ampli e mi avvio sulla strada di casa. Ed è sulla strada di casa, alzando il sopracciglio sinistro che continuo a ripetermi: "Ogni minuto passato a suonare in piazza, merita un romanzo"

Buona notte

Fabio

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Non può esserci viaggio senza una strada

 

"Oggi piove e piove forte sulle lamiere volanti. Attaccato alla strada bagnata, consumo le mie scarpe nuove"

camminare

Sono passati sette anni da quando scrissi queste parole. Era il tempo in cui lavoravo in stazione a Firenze. Il mio turno era dalle quattro del mattino alle otto. Quattro ore nelle quali dovevo controllare la qualità dei servizi, la pulizia dei bagni, della sala d'aspetto, dei sottopassaggi. Ma era anche il tempo in cui mi interessava conoscere la vita dei "barboni", di coloro che in un certo modo hanno "scelto" di vivere nella strada. Decisi quindi di unire il dovere al piacere e mi inoltrai nuovamente nell'ignoto.

Sono sempre stato convinto che per conoscere un fenomeno, bisogna necessariamente diventare quel fenomeno, così per qualche mese, la stazione diventò il mio mondo nel mondo, il mondo lontano dalla mia vita quotidiana, io nato in una famiglia comoda, ambiente che non avrebbe mai potuto darmi la possibilità di assaporare, se pur con le spalle coperte, la vita ai margini della società. 

Non può esserci viaggio senza stazione.

Non può esserci stazione senza persone che decidono di spostarsi.

Non può esserci viaggio senza una strada.

Eccomi così ancora una volta a camminare, alla ricerca della mia strda. Sono a Roma, la prima città d'Italia, storia nella storia, inevitabilmente, la mia. Ed è qui, in mezzo a migliaia di persone che il mio senso di solitudine arriva puntuale. Lento cammino, mentre tutto intorno a me corre veloce, come se non ci fosse mai il tempo per fermarsi un attimo per osservarsi, per osservare ciò che succede intorno.

Tutto scorre, è vero, ma è un fluire distratto che ci toglie la possibilità di assaporare il gusto delle esperienze. 

Tutto è rivolto a ciò che faremo tra un'ora, tra un giorno, tra un anno. Immaginiamo il futuro ma non godiamo il presente, e nel momento in cui il futuro diventa presente, c'è subito un altro futuro da immaginare.

Eccomi, io sono qui, un desiderio ha appena bussato alla mia porta, lo accolgo, e mentre tutti corrono via, io mi fermo, sorrido e mi sento felice.

 

Ps. Domani inizia il mio busker tour, spero che non mi passi la voglia...Se non mi passa la voglia, ci vediamo in piazza Pantheon a Roma dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18. Ci sarà con me William buca, amico cantautore, ecco, mi sento già un pò meno solo...

Fabio

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A modo mio, avrei bisogno di carezze anch'io

 

"A modo mio, avrei bisogno di carezze anch'io"

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Voglio iniziare così, con questa frase, con l'immagine di me davanti ad uno specchio, con una mano che mi accarezza, la mia mano. Inizia così il mio viaggio, non il primo, non l'ultimo, con un grande artista che muore e un piccolo baccelliere che sorride, tenero come un bambino, felice mentre scarta un regalo per la festa, felice di sapere che un poeta, ad oggi morto, da oggi sarà immortale. Perchè fondamentalmente, noi saremo noi solo quando ci ricorderanno, solo quando ci racconteranno...

Sono seduto sul regionale che da lecce mi porterà a bari, sto scrivendo mentre guardo la strada scorrere via. Gli ulivi e la vite, i saluti, il treno. Ed è da lecce che continua il mio viaggio, perchè se un inizio c'è stato, è stato tanto tempo fa, ed una fine non esiste se si crede nell'infinito. Continuano nitide le immagini a passarmi davanti agli occhi. Il mare salentino di questa mattina, l'abbraccio di un caro amico, una donna conosciuta da poco e che per poco apre la sua casa e mi dice: benvenuto! come se fossi l'ospite sacro da lei gradito. E' ancora nitido l'odore di pesce appena pescato e le mani callose di un pescatore appena rientrato dalla sua casa, il mare. E allora penso che questa è l'affascinante sorte che spetta a chi decide di camminare, di fermarsi di tanto in tanto a guardare lo splendore del sole, e poi riprendere il suo cammino: l'gnoto.

In questo momento, in questo preciso istante, mentre il sole si addormenta sulla linea dell'infinito, oltre la quale non c'è più fine, io lascio il controllo degli eventi e ascolto un solo ritmo, quello dei miei desideri. 

Ed è per questo che ho scelto la strada, crocevia di incontri incalcolabili, di addii inimmaginabili, di esperienza, la mia. Spero di incontrare nuovi amici e amici di un tempo. Spero di incontrare parole di donne che mi insegnino l'amore, mani di vecchi che raccontino il dolore e occhi di bambino che mi aiutino a continuare a scrivere favole. Queste sono le carezze che voglio.

Spero di incontrarvi, chiunque voi siate....

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