Acqua potabile per lavarsi il culo

“Acqua potabile per lavarsi il culo: non conosco ingiustizia più odiosa”. Guerra agli umani

Apre così lo spot promozionale della campagna “T.V.B. Ti voglio bere” dedicato ai ragazzi delle scuole secondarie. La campagna, articolata in più azioni di comunicazione, tra cui anche un manifesto con le azioni più semplici da compiere per un concreto risparmio dell’acqua, mira proprio ad educare a un consumo responsabile dell'acqua. Deve esserci una presa di coscienza individuale e collettiva sulla necessità di modificare i comportamenti quotidiani. L’obiettivo di fondo è l'acquisizione del concetto di acqua come risorsa limitata, e attraverso la consapevolezza che una scelta apparentemente semplice come il bere l'acqua di rubinetto può avere grandi ripercussioni, soprattutto da un punto di vista ambientale.
Grazie agli interventi educativi e tecnologici effettuati in tre anni nelle scuole che hanno aderito al progetto è stato registrato un risparmio idrico medio per utente compreso tra il 15% e il 29%.
Ogni studente ha in media ridotto i suoi consumi idrici annuali di ben 1239 litri.
Il risparmio idrico ha comportato anche una riduzione di 6,36 ton di CO², grazie all'energia risparmiata per il pompaggio e la produzione acqua calda sanitaria (ACS).

La campagna dalle scuole è stata poi adottata da enti pubblici e strutture private. Frutto del lavoro appassionato del  Centro Studi Ambientali, adesso l’iniziativa scenderà anche in diverse piazze d’Italia per promuovere un messaggio non certo scontato.
“L'acqua potabile è un bene prezioso, un patrimonio naturale da mantenere intatto per le nuove generazioni. Tuttavia non sempre questo bene viene utilizzato razionalmente e spesso si assiste ad uno sfruttamento indiscriminato e allo spreco quotidiano da parte dell'utente.
Una cattiva gestione delle risorse idriche del pianeta compromette gli equilibri ecologici e la qualità della vita di tutti
Fondamentale diventa allora il valore del gesto quotidiano di risparmio, del piccolo accorgimento che tutti possono mettere in atto, per diffondere una nuova cultura dell'acqua, basata sul suo rispetto e sull'utilizzo responsabile e solidale.”




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Centro Studi Ambientali
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