Sorrisi, lacrime, rabbia, sangue, morbidezza e molto altro: INTERVISTA ai LITRO

Abbiamo contattato i LITRO che hanno da poco pubblicato il loro ep dal titolo “Art Is Freedom: Free Yourselves". Ci hanno parlato della loro musica, dei loro gusti musicali, del futuro e molto altro. Buona lettura.

 

litrocoverChi sono i Litro secondo i Litro?

Musicisti. Artisti. Uomini. Un collettivo...più semplicemente dei sognatori.

 

Da dove deriva il nome della band?

Dal fatto che ci piace bere principalmente.

 

Come si è formata la band?

Litro non è una vera e propria band. Forse lo era all'inizio, allo stadio embrionale. Ci piace di più definirlo un “progetto”.
L'idea è portata avanti da Antonio Filippelli , il fulcro del progetto, che collabora con diversi musicisti e artisti.

 

Avete da poco pubblicato “Art Is Freedom: Free Yourselves". Quali sono gli ingredienti di questo ep?

Sudore . Amore. Sangue . Semplicità . Impatto. Morbidezza. Alcol. Poesia. Sguardi. Sorrisi. Lacrime. Droga. Immagini. Rabbia. Sacrificio. Speranza.

 

Come sono nate le canzoni?

In un anno di lunghi viaggi in giro per il mondo. Alcune invece sono nate molto tempo fa in serate alcoliche in sala prove con vecchi amici. Quando ti ritrovi per il gusto di suonare e condividere emozioni.


Ascoltando "Art Is Freedom: Free Yourselves", l'ascoltatore viene catapultato in una dimensione dove la malinconia si intreccia con la potenza ed gli stati d'animo si sovrappongono. Cosa vi ha ispirato per il concepimento di questi brani?litro

La vita quotidiana. I viaggi infiniti in treno o in furgone quando sei in tour lontano da casa.
Le relazioni. La perdita. La voglia di sfogarsi liberamente senza “schemi”, “genere”, Business,
pretese... La sera ci si trovava a scrivere in sala improvvisando e da li si chiudevano gli occhi e la musica guidava le mani.

 

Quali sono i vostri impegni futuri?

Promuovere l'Ep. Produrre i video che accompagneranno i 7 brani. Creare pian piano il progetto dandogli una forma sempre diversa.
Poi c'è il progetto di realizzare dei live molto particolari, che siano un vero e proprio contenitore di  arti diverse che si mischiano. Musica da ascoltare, guardare, leggere.
 
Tour, collaborazioni, registrazioni?

Inizieremo a suonare in pre-estate. Collaborazioni e registrazioni sempre.

 

Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?

Antony and the Johnsons, Hammock.
Inarritu, Gondry, Lynch.
Modigliani

 

Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?

Purtroppo negli ultimi anni è diventato difficile per band piccole farsi conoscere.
I locali scarseggiano sempre di più e anche il pubblico sta cambiando. Dall'altra parte vediamo che in Italia ci sono tantissime realtà indipendenti bellissime. Ma purtroppo non tutte trovano lo “sfogo” giusto o la visibilità adeguata. Questo è da una parte triste, dall'altra per chi è davvero interessato potrebbe essere un nuovo stimolo l'andare a cercare nuovi artisti in giro, adesso che con l'avvento dei social , di spotify, di internet in generale è anche più facile.

 

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VIDEOINTERVISTA a SIMONA GRETCHEN

3b93Abbiamo contattato SIMONA GRETCHEN con cui abbiamo parlato del suo ultimo album dal titolo Post-Krieg, uscito a fine febbraio. L'artista faentina classe 1987 ci ha inoltre confermato che questo disco segna la fine del progetto Simona Gretchen...buona visione!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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*foto: Francesco Fanale

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“Millions of burning flames” tra hard rock ed heavy metal: intervista ai SIXTY MILES AHEAD

Abbiamo contattato i SIXTY MILES AHEAD che hanno da poco pubblicato “Millions of burning flames”. Ci hanno parlato del nuovo disco, della loro musica, dei loro progetti, dei loro gusti musicali e del loro pensiero sulla situazione concerti in Italia. Buona lettura.

 

sixmilaheChi sono i Sixty Miles Ahead secondo i Sixty Miles Ahead?

I SIXTY MILES AHEAD sono una band fatta di persone mosse da una fortissima passione comune  per la musica, che cercano di farsi ascoltare all'interno del panorama musicale di oggi. Viviamo la nostra musica quotidianamente e sempre tramite la musica parliamo delle nostre vite e delle nostre esperienze.

 

Da dove deriva il nome della band?

Il nome della band deriva ironicamente da un musicista "professionista" di nostra conoscenza, che amava definirsi "miglia avanti" rispetto agli altri! Parlando di una di queste scene le parole "miles ahead" ci sono suonate bene e una volta aggiunto il numero 60 per volontà del nostro chitarrista Fulvio, abbiamo subito sentito nostro questo nome!

 

Come si è formata la band?

La band si è formata nel 2011. La prima volta che abbiamo suonato insieme ci siamo trovati solo in tre:  Luca Caserini (batteria), Fulvio Carlini (chitarra) e Sandro Casali (voce). Dopo un paio di mesi di ricerca abbiamo trovato l'elemento mancante quando Davide Bosio si è inserito nella band con le sue ritmiche prepotenti! A formazione pronta in pochi mesi siamo entrati in studio per il primo EP "Blank Slate".


A gennaio 2013 è uscito il primo full-lenght “Millions of burning flames”. Quali sono gli ingredienti di questo disco?

Sì, finalmente dopo un anno intenso di lavoro è uscito il nostro disco "Millions of Burning Flames". Possiamo dire con certezza che gli ingredienti principali di questo lavoro sono le passioni vissute da ognuno di noi, ma sopra ad ogni cosa, la voglia viscerale di comunicare qualcosa di vero e reale con la nostra musica. E' un disco diretto, semplice e schietto sia musicalmente che nei testi ed è quello che volevamo in questo momento! A livello di sound gli ingredienti principali sono l'Hard Rock Classico, l'Heavy Metal moderno e qualche inflenza da generi estranei al rock in un paio di brani!


Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?

Le canzoni nascono da un'idea che arriva da qualcuno di noi. Può essere un riff, dei versi di un testo o un semplice ritmo. Siamo quel genere di band dove ognuno tiene molto ad arricchire ogni canzone con un qualcosa di proprio. Per questo disco abbiamo lavorato tutti insieme su ogni canzone sia sui testi, mettendo a nudo quelle che sono le nostre vite e le nostre esperienze più intense, a livello musicale. Per queste canzoni è partito tutto nella maniera più spontanea possibile, passando poi ore ed ore a lavorare su ogni singolo arrangiamento.

 

Se doveste dare tre aggettivi per definire la vostra musica, quali scegliereste?E tre aggettivi per il vostro ultimo disco?

Per definire la nostra musica potremmo dire: VERA, CURATA e TRASCINANTE (speriamo). Per definire il nostro album potremmo dire invece: POTENTE, RICCO e...ROCK!!

 

Quali sono i vostri impegni futuri?sma

Il prossimo impegno è seguire l'uscita del nuovo album in Germania, fissata per il 22 Febbraio. Oltre a questo metteremo sempre al primo posto l'impegno a suonare il più possibile per fare conoscere conoscere alla gente la nostra musica direttamente dal palco! Questo per adesso rimane il nostro impegno primario. Tra qualche mese stiamo programmando di realizzare un nuovo video che seguirà al primo dedicato alla title-track “Millions of Burning Flames”.
 
Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?

Abbiamo tutti e quattro idee diverse a riguardo, ne rimarrebbero fuori troppi quindi preferisco non farti  solo tre nomi! Quello che possiamo consigliare è di seguire la musica emergente italiana, perchè ci sono artisti che pur essendo fortissimi rimangono sempre nella penombra, quando meriterebbero sicuramente di più. E' tutto a portata di mano e per lo più gratuitamente. Facebook, Youtube, Soundcloud per non parlare di tutti i live! Cercate nuova musica emergente e quando trovate qualcosa che vi piace, sostenetelo con tutto voi stessi!

 

Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?

E' un discorso molto lungo! Quello che abbiamo notato, è che nonostante ci sia l'interesse della gente e spesso anche le possibilità di fare bene, risulta sempre difficile convincere le persone e gli organizzatori che ci sono altri nomi, nuove band su cui investire, altre persone rispetto ai soliti nomi e ai soliti eventi che nella norma vengono organizzati. C'è oramai una totale mancanza di cultura e una totale disinformazione per quanto riguarda la musica moderna in generale in italia. La scena rock/metal in particolare è tenuta in piedi più che altro da  appassionati, pochi professionisti che riescono a fare bene e pochissime band storiche, che in molti casi hanno già dato tutto quello che potevano dare. Personalmente pensiamo che ci sia un buona dose di ipocrisia in noi italiani, quando una band rimane nell'underground, ci lamentiamo che non ha l'attenzione e gli spazi che meriterebbe. Quando riesce ad emergere, al posto di gridare al miracolo, preferiamo accusare di essere diventati “commerciali” o venduti. Direi che è ora di decidersi, se vogliamo fare rimanere la scena una nicchia, poi non lamentiamoci, altrimenti rimbocchiamoci le maniche! Come sempre, ci sono delle difficoltà intrinseche in Italia, ma tutto parte da noi, da quali band supportiamo, da quanta musica acquistiamo, da quanto concerti andiamo a vedere! Pensiamo che prima di lamentarsi a ruota libera sia sempre una buona idea farsi un esame di coscienza e un po' di auto-critica. Pensiamo che non sia facile farsi sentire in Italia, ma che con tanto lavoro si possano comunque a fare delle belle cose!

 

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"Epicità sonora, incertezza e fratellanza": "HYBRIS" dei Fast Animals and slow kids è anche questo

Abbiamo contattato i FAST ANIMALS AND SLOW KIDS che ci hanno parlato del loro ultimo album dal titolo "Hybris", delle loro canzoni, dei loro progetti futuri, dei loro gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

 

hybrisChi sono i Fast Animals and slow kids secondo i Fast Animals and slow kids?
Amici. Amici che suonano insieme.

 

Da dove deriva il nome della band?
Ci vergogniamo sempre molto quando ce lo chiedono ma ormai abbiamo già detto la verità una volta e la via della mistificazione (via che dovevamo perseguire in tempi non sospetti) non è più praticabile. “Fast animals and slow kids” è la traduzione approssimativa di “animali veloci e bambini lenti”, un format televisivo stile 'grande fratello' proposto in uno spassoso sketch dei Griffin. È stato tradotto perché inizialmente facevamo canzoni in inglese.

 

Come si è formata la band?
“ehi amici, facciamo una band?” “si, ok”. è nata così, un po’ come nascono tutte le bands del mondo in realtà.
L’unica particolarità era che ognuno di noi suonava uno strumento diverso da quello che attualmente utilizza nei Fask. Tutti tranne il chitarrista. Lui è sempre rimasto chitarrista in effetti.

 

Esce oggi 18 marzo 2012 il vostro disco "Hybris". Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Epicità sonora, Incertezza e fratellanza. Forse potremmo metterci anche un velo di “voglia di reagire” ma non vorrei sbilanciarmi, se c’è una cosa che non voglio fare è indirizzare la gente a metabolizzare il disco come lo intendo io.
Ad ognuno il suo, soprattutto nella libertà di interpretazione della musica.

 

Di quali argomenti avete parlato?
Parliamo di cose accadute e di come abbiamo reagito a queste cose.
Parliamo di noi stessi ma in maniera più generale, non è quindi esternazione completa, è più che altro generalizzazione di quello che ti accade continuamente durante l’esistenza, un racconto se vogliamo.
Mi rendo conto che questa risposta risulta da band intellettualoide spaccapalle quindi cerco di renderla più chiara: è un disco che va inteso come “ehi tu, senti questa storia” e non come “ehi tu, senti questa storia e capisci che dietro c’è una morale e condividi questa morale e diventa un adepto del mio pensiero filosofico e decidi non avere carattere”.
Insomma, se uno ci vuole trovare la sua personale morale va bene ma in realtà va bene anche se uno si compra un gelato alla fragola.


Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?fask 400
Le canzoni nascono prima di tutto dalla melodia.
Il testo arriva solo secondariamente, quando la linea di ogni strumento è completamente designata.
Spesso progettiamo l’intera canzone basandoci su testi improvvisati così che alla fine anche il testo “ufficiale” risulti costretto all’interno dello schema vocale con cui abbiamo inizialmente strutturato il pezzo. Sembrerebbe una cosa molto limitante ma in realtà ci aiuta a non perdere di vista che anche la voce è uno strumento e deve stare nell’insieme.

 

Ascoltando "Hybris", l'ascoltatore viene catapultato in una dimensione cupa ed epica in cui si respira aria di morte. Da dove avete preso spunto per concepire questi brani?
In realtà ogni canzone ha la sua origine.
Ha anzi due origini, visto che testo e musica si comportano come entità a se stanti: i testi rappresentano, come dicevo prima, momenti vissuti.
Chesso, quando scrivemmo “Troia” ci trovavamo nel bel mezzo di una di quelle discussioni che dopo mesi di tour a cachet zero e carico-scarico continuo possono fisiologicamente verificarsi all’interno di una band. Quella situazione, ai suoi tempi, non so perché, mi fece venire in mente Ulisse. Non un Ulisse epico però, un Ulisse uomo che cerca di spiegare a tutta la nave come mai ha fatto incazzare mezzo Olimpo e che in realtà voleva solo tornare a casa ed essere felice.
La musica prende spunto dai dischi dei nostri genitori e ci infila in mezzo elementi più nuovi che contraddistinguono bands più recenti tipo i Titus Andronicus, per dire il primo che mi viene in mente. Probabilmente l’epicità di Hybris scaturisce proprio da questi ascolti.

 

Quali sono i vostri impegni futuri?
Suonare, suonare, suonare fino a quando non ci venga da vomitare.
 
Tour, collaborazioni, registrazioni?
Il tour inizierà il 16 marzo, si prevedono una quindicina di date fino a fine maggio, poi riprenderemo con l’estivo in giro per tutti i festival italiani. Siamo decisamente soddisfatti di ciò.
Il disco è stato registrato in una cascina (podere macchione) a Binami, una piccolissima città a fianco del lago di montepulciano. Con noi ha collaborato Andrea Marmorini (chitarrista dei seminali LaQuiete) come produttore e fonico, Andrea Suriani come mixaggio e mastering e fra gli altri citiamo anche Nicola Manzan (Bologna violenta, violini su vari pezzi) e Davide Zolli (Mojomatics, percussioni su Troia).

 

Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
Metz (Band vista pochi giorni fa a Bologna, così, di impeto); Irvine Welsh e The Men (un’altra band).

 

faskCosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?
Direi che come domanda è delicata.
Provo a esprimermi per punti così da potermi dare un ordine mentale:
emergere dipende in gran parte dalla tua professionalità musicale e dalla soglia di melma che riesci a sopportare pur di suonare in giro (mi riferisco ai non-cachet, alle dormite in furgone, alla non-possibilità di una vita regolare ecc ecc). Non siamo una di quelle band che crede alle raccomandazioni visto che per noi è sempre nato tutto sul palco e visto che confidiamo nelle persone e nella loro capacità di scegliere in base ai propri gusti e non perché imboccate da una qualche tipologia di media.
La musica in Italia è vista come un finto lavoro, come se uno si divertisse e basta, come se non ci fossero dietro delle conoscenze tecniche e specifiche (pensiamo a un palco alla schifo-Vasco o ad uno studio di registrazione professionale) che meritano di determinare la condizione di lavoratore a tutti gli effetti.
Questo è sicuramente un errore “statale” dipeso da una profonda diseducazione musicale che inizia già alle elementari e da una mancanza di attenzione all’addotto mastodontico che la musica determina ma è secondo me sopra tutto frutto di un esteso disinteresse soggettivo, o meglio di un rapporto superficiale delle persone nei confronti di tutto ciò che sia qualificabile come arte.
Per spiegarmi meglio: è inutile starsi ad incazzare perché “non c’è mai musica bella in giro” e poi sei il primo a non andare ai concerti e a non supportare quei pochi locali che ancora azzardano una programmazione innovativa.

 

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"Siamo la macchia che sporca una t-shirt bianca appena lavata" : INTERVISTA agli AMARI

Abbiamo contattato gli AMARI che ci hanno raccontato il loro nuovo disco "Kilometri", come nascono le loro canzoni, i loro gusti musicali, i loro progetti futuri e molto altro. Buona lettura.


Amari-Kilometri-Cover-Stampa-400x400Chi sono gli Amari secondo gli Amari?
Gli amari secondo gli amari sono il colore che non ti aspetti, la macchia che sporca una t-shirt bianca appena lavata o una costruzione di mattoncini lego assemblata senza libretto di montaggio..

 

Da dove deriva il nome della band? Perché vi chiamate Amari?

Per risponderti dobbiamo tornare con i ricordi alla notte dei tempi, quando la band nacque eravamo i classici adolescenti dal lamento facile, immersi nella piovosa provincia del nord-est, difficilmente ci saremmo chiamati “Sempre Allegria” credo, visti i presupposti!

 

Parlando un po' della vostra biografia, come si è formata la band?

Come per tutte queste specie di “famiglie parallele” (perché questo sono le band) tutto ha sempre inizio nei corridoi di qualche scuola superiore. Anche per noi è nato tutto così! Prima una band crossover con un paio di noi, poi un gruppo rap con un altro paio di noi (quanti siamo?)  e infine ci ha pensato la contingenza a fondere persone e musiche in un'unica band!

 

Nel gennaio 2013 esce "Kilometri". Quali sono gli ingredienti di questo disco?

Sincerità, speranza e un pizzico di follia, direi!

 

Di quali argomenti avete parlato nel disco?

Si chiama Kilometri, ma in realtà parla del tempo che passa, passa quando (nel nostro caso) di Kilometri ne percorri tantissimi, in tutti i modi possibili, e li fai diventare la lente attraverso la quale osservare il (tuo) mondo.

 

Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?

Siamo partiti con una manciata di pezzi registrati in casa, ai quali si sono aggiunti gli altri, scritti in studio: il lavoro piu complesso è stato portarle tutte “dall’altra parte” contemporaneamente, senza mai chiuderne nessuna definitivamente, quindi continuando a ritoccare sia testi che musiche, per mesi e mesi fino a che il risultato non convinceva, non solo a noi della band ma anche in particolare Leonardo “Fresco” beccafichi, il producer del disco, che per primo ha avuto la visione di come dovevano essere “i nuovi Amari”.

 

Ascoltando "Kilometri", l'ascoltatore viene catapultato in una dimensione pop in cui si è a stretto contatto con le parole, senza una eccessiva 'invasività' degli strumenti. Da dove avete preso spunto per concepire questi brani?Che differenza c'è dal vostro precedente “Poweri”?

Dopo Poweri l’unica cosa che ci restava da fare (o che sentivamo la necessità) di fare era provare a far fare un passo indietro alla musica per assoggettarla alle parole; dal dispotismo musicale di poweri all’asciuttezza di kilometri siam arrivati attraverso la necessità di rendere le parole delle canzoni “tridimensionali”. Tutto ciò è stato molto naturale; abbiam pensato anche che questa volta le parole usate erano talmente “grandi” da emanare già  una spiccata musicalità e che quindi le composizioni dovevano assecondare quest’ultimo aspetto.


Quali sono i vostri impegni futuri?amar

I prossimi mesi saranno tosti, partiremo per un tour intensivo e nel mentre ci dedicheremo alla promozione, acustici in radio, interviste, queste cose qui, tenteremo di essere ovunque e percorrerne ancora di piu, di Kilometri!
 
Tour, collaborazioni, registrazioni?
Ora siamo in tour e ce la godiamo! Ovviamente però non stiamo mai fermi..Diciamo che c’è in ballo una collaborazione con un noto produttore dance nazionale (?) e pure la composizione di una title track per un film..e poi cartelle di file audio di bozze e frammenti sonori da ricomporre e magari far diventare canzoni in un futuro non troppo lontano!

 

Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
Esperanza, Ghemon , Carlo Zoratti e… Paletti! I primi sono una band incredibile, il secondo è  uno dei migliori rapper in circolazione mentre il terzo è un regista che lascerà presto il segno! Paletti ci piace ed è una delle cose da tenersi a mente in questo 2013 in ambito di Pop italiano intelligente.

 

Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?

I problemi sono sempre i soliti, ma ahimè acuiti dalla crisi. Inutile dire che noi abbiamo sempre visto nell’autoproduzione e autopromozione la via per poter provare ad emergere, soprattutto sfruttando i mezzi della rete, ad oggi non sono nemmeno lontanamente comparabili con le possibilità anche solo di 5 anni orsono.

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