INTERVISTA CON I REFILLA

Abbiamo intervistato i REFILLA che hanno da poco pubblicato il loro nuovo lavoro dal titolo "DUE": ci hanno pralto della nuove canzoni, del loro universo musicale, dei progetti futuri e molto altro.
Buona lettura.

Refilla Due Cover 149x149Chi sono i REFILLA secondo i REFILLA?
Prima di tutto... Un gruppo di amici.

Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
L'espressione più sincera di quello che per noi è musica. Per gli aggettivi credo dovresti chiedere al nostro pubblico... non vorrei risultassimo troppo autoreferenziali.

Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “DUE” , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il lavoro è nato dopo due anni di studio e di ricerca. Siamo partiti da un'idea, da un concept che in sostanza è la dualità che si manifesta nella vita di tutti i giorni. Ognuno di noi trova nella vita quello che gli serve per crescere... è un altro modo per dire che ci troviamo faccia a faccia con le nostre debolezze, i nostri limiti, la nostra "parte peggiore”.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Un tour e in seguito un nuovo album.

Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Twenty One Pilots, Fantastic Negrito, Salmo.

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INTERVISTA CON TONY MAIELLO

Lo scorso 13 aprile è uscito "SPETTACOLO", il nuovo disco di TONY MAIELLO. L'artista campano ci ha raccontato le nuove emozioni che lo hanno portato a scrivere le canzoni contenute nell'album appena uscito; abbiamo fatto quattro chiacchiere ripercorrendo il passato (ad esempio ricordando il periodo di X Factor), parlando del presente e proiettandoci verso il futuro.

Buona lettura

ALBUM SPETTACOLO DEFINITIVO1. Chi è Tony Maiello secondo Tony Maiello?
È un ragazzo di 29 anni che cerca di inseguire le sue passioni, tra cui la musica. È una persona molto più consapevole rispetto a qualche anno fa. Sicuramente rinato sotto certi aspetti, più sicuro e più coraggioso rispetto a quando tutto è iniziato (19 anni).

2. Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Coraggiosa, criptata (sotto certi aspetti, perchè mi piace nascondere alcuni concetti più grandi dietro a parole che in un primo momento possono sembrare semplici) e vera (perchè ho deciso di essere vero, di dire la verità che credo sia il modo migliore per arrivare alle persone).

3. Facendo qualche passo indietro nella tua carriera, segnatamente al periodo X Factor: cosa ti porti ancora dentro e cosa, con gli anni, ti sei scollato di dosso?
Beh con gli anni mi sono scrollato di dosso un pò di pressioni che ci sono durante un talent. Però mi porto dentro l'esperienza di X Factor perchè è partito tutto da lì. È stata una cosa che mi è servita molto perchè è stata davvero molto bella. Se potessi scegliere, lo rifarei con più canzoni scritte probabilmente perchè mi piacerebbe decidere il corso degli eventi, mi piacerebbe definire l'identità musicale sin dall'inizio. Mi darei più tempo. In generale rifarei tutto quello che ho fatto.

4. Parlando di "Spettacolo", il tuo nuovo disco. Innanzitutto perchè hai deciso di chiamarlo così?
Ho scelto di chiamarlo "Spettacolo" perchè volevo rappresentare lo spettacolo che è la nostra vita con i suoi momenti felici e momenti meno felici; volevo dare una veduta molto più ampia che non si fermi al disco ma volevo dare proprio la mia idea della vita. Ho scelto "Spettacolo" perchè la canzone (che è stata l'ultima ad essere inserita nel disco) abbracciava tutte le canzoni di questo progetto.

5. Quali sono le tre canzoni che senti più rappresentative del disco?
"Ti difenderò", "Terremoto" e "Spettacolo".

6. Ascoltando il disco si percepisce molta positività e luminosità: era questa l'impronta che volevi dare a questo album?Tony Maiello foto
Assolutamente si. I periodi bui li abbiamo tutti ma si superano: è quindi sempre un percorso verso la luce. Nasciamo da un atto così bello che è l'amore dove non ci sono sbagli. Sembra assurdo come si possa nascere per star male o per fare del male. Il messaggio principale di questo mio disco è di puntare sempre verso la luce, verso un'ascesa, mirare verso la luce.

7. Una celebre canzone rock degli anni '90 recitava: "Lo spettacolo deve ancora cominciare". Per te è davvero così?
Si, credo che si debba essere sempre in attesa di quello spettacolo che prima o poi arriva e te lo godi. È importante stare sempre alla ricerca di questo spettacolo perchè ti dà la forza di costruirlo questo spettacolo.

8. Parlando di futuro: qual è la tua ambizione più grande?
La mia più grande ambizione è avere una famiglia, circondato dall'affetto delle persone che mi amano. La vera felicità è quella che vivi quotidianamente. È ovvio che anche stare su un palco e sentire le persone cantare insieme a te è un'emozione bellissima. Ma le cose che devono accompagnarti per tutta la vita sono quelle che restano.

9. Con chi ti piacerebbe duettare?
Alicia Keys. Non cito artisti italiani perchè la mia collaborazione con Giorgia e Laura Pausini mi hanno segnato e reso molto felice. Dico Alicia Keys perchè la sua musica ha segnato molto la mia crescita.

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INTERVISTA CON FURIA

Abbiamo intervistato FURIA, una interessante artista che ha da poco pubblicato il suo nuovo disco dal titolo "CANTASTORIE", ci ha raccontato le nuove canzoni, ci ha introdotti nel suo universo musicale, ci ha parlato di progetti futuri e molto altro.

Buona lettura

FURIA1 Chi è FURIA secondo FURIA?
Una ragazza che non ha mai perso la speranza di fare musica. Una ragazza forte e tenace. Orgogliosa e testarda.

2 Come mai hai scelto questo pseudonimo per definire il tuo progetto?
Nessun pseudonimo. Io mi chiamo Tania Furia. E direi che il mio cognome, usato come nome d’arte, è veramente azzeccato.

3 Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Italiana. Emozionale. Unica.

4 Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “CANTASTORIE”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo è stato scelto proprio per sottolineare quello che sono artisticamente: una cantastorie per l’appunto. E come i cantastorie ogni mia canzone è una storia vera, che racconta di personaggi o di fatti attuali o del passato. La novità è che ogni brano è accompagnato da un videoclip. Il progetto è nato da un incontro del destino. Quasi due anni fa ho incontrato il Maestro Luigi Albertelli, colui che ha scritto Furia cavallo del West. Il destino alle volte fa strani scherzi, ma quella volta è stato tanto assurdo quanto fortunato. Io ero un interprete con una gavetta alle spalle, lui, grande paroliere e autore televisivo italiano, con una carriera ricca di successi. Ci conosciamo durante le prove di una rassegna in musica, dove io interpretavo brani di Patty Pravo e lui era autore dello spettacolo, nonché ospite sul palco. Dopo aver cantato una canzone della Pravo da lui scritta, piaciutagli molto la mia interpretazione, mi propone di diventare mio produttore. Così è iniziato tutto. Ci è voluto un anno di lavoro per insegnarmi l’arte dello scrivere e tutt’oggi la lezione continua. Un’ esperienza per me nuova e meravigliosa. Non immaginavo di poter scrivere un testo e la musica.
Da una mia frase pronunciata ad un tavolo di un bar è nato anche il concept dell’intero lavoro: “Tu sei mio, ma soltanto se lo dico io”. Da lì è scaturita l’idea del progetto Cantastorie. Raccontare le storie del presente, del passato e del futuro, che fanno parte delle nostre vite.
 

 

5 L’importanza delle parole e delle storie che racconti è in primo piano nelle tue canzoni: quanto è ancora importante oggi raccontare storie? Non è stato già scritto tutto?
In un mondo come il nostro abituato alla tecnologia e all’utilizzo della rete, la memoria ha subito un duro colpo. Possiamo avere un miliardo di informazioni, ma questo non significa possederne la conoscenza. Soprattutto per le giovani generazioni che poco sanno chi eravamo, cosa è successo e come si è arrivati ad oggi. Il mondo della musica ha una parte importantissima nell’arte della comunicazione. Con essa si rappresentano i sentimenti, le emozioni e non credo proprio che si sia già scritto tutto. La sensibilità ha infatti sfaccettature complesse e varie. Esisterà sempre un modo personale, diverso per interpretare un sentimento, un emozione.

6 Quali sono i tuoi progetti futuri?
Fare ascoltare a più persone possibili le mie canzoni. Esibirmi in concerti live per avere un confronto diretto con il pubblico. E naturalmente continuare a scrivere canzoni.

7 Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Arrivare a sentire canticchiare un mio brano dalle persone che incontro per strada.

8 Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
I Green Day, i Franz Ferdinand e i Muse. Perché in Italia, attualmente, non ci sono band che mi abbiano sconvolto.
Consiglierei, comunque, ai giovanissimi di ascoltare e riascoltare le grandi band immortali: Beatles, AC/DC, Pink Floyd, Pearl Jam, The Queen. Fondamentali!

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INTERVISTA CON THE BANKROBBER

Abbiamo intervistato THE BANKROBBER che ci hanno raccontato il loro ultimo lavoro dal titolo "MISSING", ci hanno parlato delle nuove canzoni, delle loro influenze musicali, dei progetti futuri e molto altro...

Buona lettura.

The Bankrobber Red web1. Chi sono THE BANKROBBER secondo THE BANKROBBER?
The Bankrobber sono una rock band da vedere dal vivo per cogliere la vera attitudine punk che poi si incanala in altre sonorità.

2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica ha spesso due volti, uno più gentile ed elegante e l’altro più scuro e turbolento, il comune denominatore sono le melodie.

3. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “MISSING” , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo ‘Missing’ nasce dalla fotografia di copertina di Daniele Magoni. Una volta scelta la foto siamo arrivati al titolo dell’album ragionando sulla comunicazione che avremmo potuto sviluppare da quell’immagine che ci ha colpito da subito. Siamo arrivati a Missing per richiamare il classico volantino del cane smarrito e con il tocco di Laurina Paperina la grafica e l’intero progetto del booklet ha preso vita, missing anche perché è spesso presente un filo di malinconia in almeno metà delle canzoni del disco.Abbiamo iniziato a comporre e lavorare ai brani verso la fine del 2017 fino a ritrovarci a primavera 2018 con quasi 40 canzoni tra cui scavare per arrivare alle 8/10 che avremmo inserito alla fine. Come sempre accade nel nostro processo creativo non ci sono idee particolari alla base, non è un concept album, ad un certo punto mi
ritrovo ad avere il telefono pieno di brevi registrazioni di melodie o riff più o meno buone dalle quali poi parto per riordinare le idee e una volta in sala prove diamo vita alle canzoni tutti insieme.

4. È molto suggestivo l’artwork della copertina: chi ha avuto l’idea e chi l’ha sviluppata?
Come ho detto prima la foto di copertina è stata scattata dal fotografo e amico Daniele Magoni a Fuerte Ventura qualche anno fa e una sera a cena l’abbiamo vista quasi per caso sullo sfondo del suo telefono e da li è partito tutto, le illustrazioni invece sono opera di Laurina Paperina che ha anche realizzato l’interno del booklet e le copertine dei singoli di Closer e Afraid.

5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Prossimamente uscirà il terzo singolo estratto “A Good Guy with a Gun” che sarà seguito dalla stampa dell’album in vinile con una bonus track.A metà aprile saremo a Los Angeles per ritirare il premio dell’Akademia Music Award per il singolo “Closer” come Best Alternative Rock Song 2017. Le date del tour estivo sono in definizione e da aprile a Settembre ci sarà da divertirsi!

6. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Ce ne sono tante, ascoltiamo moltissima musica e ci piace andare sempre alla ricerca di novità, direi Biffy Clyro, Nothing but Thieves, The Neighbourhood per non essere troppo scontato ma c’è davvero un mare di bella musica nuova da ascoltare, non sono tra i disfattisti che pensano che dopo i Nirvana (nel migliore dei casi) la musica sia finita.

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INTERVISTA CON MIRCO MENNA

Abbiamo intervistato MIRCO MENNA che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo "IL SENNO DEL POP", le nuove canzoni, le sue influenze musicali, i progetti futuri e molto altro.

Buona lettura.


Mirco MennaChi è MIRCO MENNA secondo MIRCO MENNA?

Ah però, cominciamo con una domandina da lettino di analista... direi che Mirco Menna è un tizio che ha davanti meno calendari di quanti ne abbia alle spalle. Ma ha scoperto che questa cosa non gli mette fretta e perciò continua a fare un mestiere da perditempo.


Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?

Armonicamente obliqua, diversamente classica, liricamente varia. Ci ho messo anche tre avverbi, forse ho imbrogliato.


Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “IL SENNO DEL POP”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo?

È un’opinione, o una proposta, o una provocazione, dipende come vuoi intenderla. Secondo la mia opinione, questo album è una proposta pop, secondo l’opinione comune sembrerebbe essere tutt’altro che una proposta pop, dunque una provocazione. Comunque tu la pensi, va bene.


Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?

È nato e cresciuto una canzone alla volta, senza idee-guida, né di “genere” musicale, né di argomento dei testi. Le idee arrivavano quando gli pareva oppure quando le cercavamo, durante il lavoro in studio, in assoluta libertà.


Secondo te oggi cosa si può definire “pop”?

Come ieri, ciò che ha a che fare con l’espressione “popolare”, normalmente qualcosa di ampia condivisione, oggi soprattutto di largo consumo. Sul consumo, la parola dice già la sua, quel che si consuma non resta. Sulla condivisione c’è da capire quali sentimenti comuni ci siano in giro, da ampiamente condividere. Per esempio, che la politica sia una specie di affare aziendale, oggi come oggi è un’idea molto pop. Sulla musica, invece, ti ho già detto: vorrei essere pop ma pare che non lo sia, evidentemente me ne sfugge il senno.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Di continuare a stare al mondo più liberamente possibile, e già la sola parola “progetto” mi mette addosso una specie di mancamento d’aria.


Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?

Più che consigliare tre band consiglierei di evitare il mainstream e di cercare tra gli emergenti o i semiemersi (alcuni da anni) nel gran mare del web: questo, col senno del pop, ha molto a che fare.

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