"In piena burrasca": intervista agli Elettrofandango

 

Abbiamo contattato gli Elettrofandango, band veneta che ha dato poco pubblicato "ACHAB". Ecco quello che ci hanno raccontato Marco e Francesco...

***1. Chi sono gli Elettrofandango? Come nasce il vostro progetto? Quali sono stati i vostri punti di riferimento musicali  agli inizi?

elettrofcoverMARCO: Elettrofandango sono l'essenza di vari generi uniti in unico progetto. Questo progetto nasce appunto dalla fusione  di varie influenze musicali: il rock, lo  stoner, l'elettronica, il postpunk, la musica balcanica, il cantautorato italiano ed estero.

FRANCESCO: La domanda giusta sarerbbe “Chi è Elettrofandango?”: Elettrofandango è composta da più persone ma è un'unica cosa. Elettrofandango è un mood che ti avvolge al suo interno e difficilmente ti lascia andare . Può farti rilassare, può tirati sberle in faccia, può allietarti, può darti energia o farti entrare in trans per poi spogliarti di tutto. Elettrofandango è ciò che di originale c'è in ognuno di noi quattro e lo mescola a propria interpretazione tramite gli altri, cercando di distruggere il vecchio per dare punti di vista nuovi o ancora inesplorati, o almeno è quel che cerca di fare. I primissimi modelli : Il calore del Blues del buon vecchio Jon Spencer con la Blues Explosion, la cattiveria dei One Dimensional Man, il noise marcio dei primi Marlene , la teatralità e il grezzume di Vinicio Capossella e Tom Waits. Poi le cose si sono evolute, ma non per questo dimentichiamo da dove siamo partiti.

***2. Lo scorso 23 maggio 2012 è uscito il vostro ep "Achab". Perchè questo titolo? Da dove nasce l'idea di intitolarlo così?  Come lo definireste? Cosa si può trovare dentro le sette tracce che lo compongono?

MARCO: ACHAB prende il titolo da una delle canzoni al suo interno. Lo studio soggettivo e introspettivo del famigerato capitano del Pequod ha portato a creare una giustapposizione di concetti legati da un unico tema, il mare. L'espressione di queste musiche e di questi testi si ricollegano ad una metafora dell'uomo moderno, ACHAB, capitano cocciuto e velleitario, cerca di utilizzare tutti i mezzi possibili per raggiungere un obiettivo, e sarà questo obiettivo a portarlo nella tristezza, nella solitudine, negli abissi della morte. Il mare, elemento di contorno, può essere visto come la società,  caotica, burrascosa, scoscesa verso l'oblio, verso la rovina che si sta creando con le proprie mani (soprattutto la  società italiana).elettrof1

FRANCESCO: ACHAB all'inizio doveva essere un semplice Ep. Si è rilevato poi come una sorta di viaggio burrascoso all'interno del personaggio (per l'appunto Achab), il quale cerca il Suo Graal (Moby Dick). Questa però è la superificie di un secondo concetto : il mare, o meglio, l'elemento acqua. Nell'esoterismo l'acqua è la sorgente della vita, la matrice che sotto forma di liquido amniotico e delle acque primordiali preserva e da inizio alla vita.

***3. "Achab" viene definito un 'disco di mare agitato'. Quale è il vostro rapporto col mare?

MARCO: Il mare può cullarti tra le onde o girarti sottosopra come la più squallida delle prostitute vietnamite. In qualsiasi caso si è in balia dell'acqua, e non si può fare nulla, bisogna soltanto aspettare e vedere che destino ha in serbo per te.

FRANCESCO: E qui cito: “Non si puo' spezzare un vincolo che l'animo lega a cio' che di piu' caro si possiede o corrompere il desiderio che s'incarna dentro ognuno.Lo sguardo vaga senza requie e senza approdo, lungo la linea dell'orizzonte, mentre un refolo di vento reca con sè il conosciuto profumo dell'acqua salmastra. Dal mare siamo giunti, ad esso ritorneremo. Profondo, infinito, di vitalita' animato... incute timore, ma fascino esercita su coloro che ad esso appartengono.”

***4. Come riuscite a far coesistere, con degli ottimi risultati, il racconto di storie con un sound molto 'rock torcibudella'? Come si evolve il processo di scrittura delle vostre canzoni?

MARCO: Noi non cerchiamo dei virtuosismi musicali, vocali o poetici, cerchiamo solo di creare delle immagini per chi ascolta. Spesso una linea musicale ci suscita determinate visioni, il testo ne da il completamento finale. Vogliamo che l'ascoltatore si cali in delle situazioni; vorremmo spronare ad utilizzare anche l'immaginazione oltre che alle orecchie,  che si senta parte della canzone.

FRANCESCO: Ognuno porta con se una propria esperienza. Le nostre canzoni sono frutto di uno o più concetti, spesso imbastardati e mixati da momenti reali e sensazioni oniriche, per dare appunto una sensazione sempre diversa e nuova all'ascoltatore, ma anche un po' per Noi stessi e per la nostra continua voglia di cambiare e per vedere (e far vedere) cose nuove.


***5. Brani come "Vertigo" o "Nessuno" sono come dei violenti colpi allo stomaco; se doveste paragonarli a un'immagine quale potrebbe essere?
 

elettrof3

 

MARCO: Hai presente “La caduta degli angeli” di Gaetano Previati? Quella è l'immagine che associo a "Vertigo"; "Nessuno" l'associo sempre a qualcosa tipo Friedrich, “Viandante sul mare di nebbia”, una sensazione da sturm und drang.

FRANCESCO: "Nessuno": E' come un continuo cadere e raschiare la faccia sulla sabbia calda seguita da una sensazione di stordimento e profumo di salsedine in bocca. "Vertigo": qui siamo in piena burrasca , ma non una qualsiasi. Un loop di onde che ti travolge continuamente; sembra quasi una scena di un infernale girone Dantesco, dove si viene continuamente sommersi da un'unica incessante onda e tu non puoi fare altro che aspettarla.

***6. Potreste consigliare 3 artisti(band,scrittori,pittori...ecc..ecc..) che considerate importanti oggi in Italia?

MARCO: Personalmente una preferenza per Remo Remotti, quel vecchio sporcaccione rimane sempre sulla cresta dell'onda. Penso che John De Leo sia veramente un'artista che abbia raggiunto il giro di boa a testa alta. Un ulteriore preferenza la faccio a pari merito per Antonio Campanella, mago della fotografia, e a eeviac, insostituibile artworker, riesce veramente a captare i messaggi della musica e a trasformarli in arte visiva.elettrof2

***7. Definite la vostra musica in tre aggettivi.

MARCO: Cruda, dolorosa, immaginifica.

FRANCESCO: Onirica, in costante cambiamento, avvolgente.

 

***8. Il vostro approccio ai live. Come riproducete tanta potenza dal vivo? Cosa bisogna aspettarsi nei prossimi vostri concerti? 

MARCO: Aspettatevi sempre qualcosa di diverso, il tempo cambia e anche noi cambiamo, e cercheremo sempre di cambiare in meglio. Per Elettrofandango il live è sicuramente la faccia più importante, dove vengono spese le energie al 100%. La creazione di un bel live a volte può essere più lunga e macchinosa di quella di un cd. Vogliamo che la gente apprezzi, e che a fine concerto si guardi negli occhi e dica: “questi hanno proprio rotto il culo”.

FRANCESCO: Eh, l'energia è qualcosa che si prende ed è qualcosa che si dà. Non sempre si ha l'energia per fare un concerto degno di “spaccare i culi”, almeno per quanto mi riguarda; si cerca comunque di fare del proprio meglio per arrivare il più direttamente possibile allo stomaco e al petto della gente, solo con le vibrazioni dell' “onda” del suono. Nei prossimi live cerchermo di trovare soluzioni per non lasciare indifferente il pubblico che ci segue e per farli andare a casa felicemente stravolti da un po' di sana energia sonora stampata nella faccia!

  • Visite: 2142

VIDEOINTERVISTA A IOSONOUNCANE: "L'ELETTRONICA E IL CANTAUTORATO SONO SOLO LIMITI MENTALI"

jacopo1 Abbiamo incontrato Iosonouncane (Jacopo Incani) poco prima dell'uscita del suo nuovo singolo "Le sirene di luglio", che potete scaricare gratuitamente qui dove potete trovare (sempre in free-download) una versione di "Torino pausa pranzo" con i featuring di Stefano Bollani e Mirko Guerrini. Inoltre potete trovare anche il videoclip del singolo "Le sirene di Luglio". jacopo2





Nell'intervista che segue Jacopo racconta quello che musicalmente ha fatto in studio e dal vivo, le nuove idee, il rapporto con Bologna, la sua Sardegna, le sue attuali preferenze musicali che consiglia, i progetti futuri e molto altro ancora. 

Aguzzate la vista, aprite le orecchie...ladies and gentlemen...IOSONOUNCANE.

 

jacopo3

 

 

 

 

**foto di Francesco Fanale

 

*un grazie particolare a Jacopo per la pazienza, a Trovarobato, Sfera Cubica, Michele Orvieti e Chiara Caporicci per la collaborazione e a Francesco Fanale per il supporto logistico-fotografico-editing video.

 

 

  • Visite: 3617

Si autodefiniscono "autentici, sinceri, organici" - INTERVISTA A Eildentroeilfuorieilbox84

 

Abbiamo contattato Eildentroeilfuorieilbox84 a cui abbiamo chiesto un pò di cose relative alla loro musica, a internet, alla loro città (Roma)...


eb8444

1. Innanzitutto grazie per aver accettato l'intervista, ragazzi. Potreste spiegare a chi non vi conosce (o non vi conosce abbastanza) chi siete, che musica fate? Parlateci un pò del progetto Eildentroeilfuorieilbox84.

Siamo nati in un box destinato al parcheggio di una auto. Un grande complesso di box a più piani,  il nostro numero era l’84. ed ecco box84. poi dopo per non essere solo box + un numero abbiamo aggiunto un’idea filo-taoista di “dentro e fuori” con aggiunta di varie “E” sparse. Il progetto è nato con l’intento di non fare cose noiose e scontate e anche però di darci voce e sfogo. Facciamo la musica che ci esprime meglio, l’Hard-quore.

 

2. Da poco è uscito il vostro album “LA FINE DEL POTERE”. Come mai la scelta di questo titolo? Come sono nati i brani?

Abbiamo immaginato di far parte del governo del mondo … per gioco. se fossimo i tre piu potenti del mondo, cosa faremmo? Nell’ipotesi fantastica di governare il mondo in tre, ci siamo resi conto che la cosa più intelligente da fare potrebbe essere eliminare il nostro stesso potere.

 

3. Come vi rapportate al web? Cosa ne pensate del free-download?

Siamo sempre stati a favore del copyleft e della libera diffusione della musica e dell’arte...motivo per il quale i precedenti tre lavori sono in freedownload sul nostro sito.

4. Cosa ne pensate della vostra città, musicalmente parlando? Si può parlare di una nuova “scena romana”?

A Roma c’è una bella scena... un bel fermento. Direi che sì si può parlare di una scena romana, non so dire se è nuova. sicuramente è cresciuta ed è piu estesa rispetto a qualche anno fa. ci sono molti locali con concerti e c’è tanta musica interessante.

 

eb84434

 

5. Quali sono i cambiamenti (se ce ne sono) rispetto ai vostri passati lavori (“Obecalp”, “Omota’L” e “AnanaB” )?

I primi album sono più istintivi ma anche un po’ più ingenui. Con LFDP siamo più maturi intellettualmente e musicalmente. Sapevamo già dall’inizio cosa volevamo e dove desideravamo arrivare.

 

6. Definite il vostro genere “Hard-quore”: potreste spiegarci di cosa si tratta?

Hard-quore è un soprannome! Chi ci vede dal vivo capisce il motivo del soprannome... siamo di vena hard-core ma anche scanzonata e poi siamo scemi, ma non ci piace la demenza fine a se stessa. L’ Hard-Quore è uno sfogo intelligente, una pratica buffa.

 

7. Come definireste il vostro rapporto con il pubblico che vi segue durante i live? Sempre parlando di live, a cosa pensate quando salite sul palco: gli istanti che precedono l'inizio, durante il concerto e quando finisce?

Prima di salire cerchiamo di concentrarci ognuno nel suo modo. ci diciamo poche cose in serenità, magari solo per sdrammatizzare, perchè in fondo un po’ di tensione c’è sempre prima di ogni data. Poi sul palco cerchiamo di arrivare al pubblico... di mandare tanti segnali anche aldilà della musica...  noi vorremmo piacere sempre e comunque a tutti...Alla fine tiriamo le somme. Dipendiamo molto dalla reazione di chi ci ascolta e ci guarda.

 

8. Potreste consigliare 3 artisti (musicisti/scrittori/pittori...viventi o non, italiani o non...ecc...) che secondo voi oggi meritano di essere seguiti con attenzione?

giorgio: leggo con molto piacere le brillanti opinioni sui fatti del mondo di Slavoj Žižek, un filosofo e studioso di psicoanalisi sloveno

lorenzo: ho visto gli “stomp” una settimana fà e mi hanno segnato tremendamente.

joey:      tutti dovrebbero leggere “il tao della fisica” di Capra

 

9. Potreste definire il progetto Eildentroeilfuorieilbox84 con tre aggettivi?

giorgio: autentici

lorenzo: sinceri

joey: organici

  • Visite: 2210

Una statua a Bologna per ricordare Lucio Dalla

 

È partita una raccolta firme per la realizzazione di una statua in onore di Lucio Dalla, artista bolognese recentemente scomparso.

Una-statua-di-Lucio-Dalla

Riceviamo e pubblichiamo con piacere l'iniziativa promossa dai nostri amici de L'Arengo del Viaggiatore per la realizzazione di una statua di Lucio Dalla nel centro di Bologna, in piazza dei Celestini, a pochi metri dalla casa dove viveva l'artista.

"Lucio Dalla", recita il comunicato dell'Arengo, "sbucava in ogni angolo della città per incontrare ogni bolognese almeno una volta nella vita."

L'Arengo del Viaggiatore propone che per ricordarlo venga eretta in un angolo di Piazza Celestini una statua a dimensione naturale che lo ritragga nel cenno di porgere la mano affinché ogni passante possa contraccambiare.

Appoggiamo l'iniziativa dei nostri amici bolognesi e vi invitiamo a visitare la Fan Page dell'iniziativa e a firmare la petizione online.

  • Visite: 1898

"Una musica crepuscolare ed intima" - INTERVISTA ai DORA MARKUS

 

25066 428679129941_39108879941_5480268_6117256_n1. Chi sono i Dora Markus? Parlateci un pò di voi, di com'è nato il progetto, degli inizi...

DORA MARKUS: I Dora Markus si danno un nome e cominciano a considerarsi un gruppo nella primavera del 2003. Il progetto inizialmente riunisce 5 persone: Andrea (io) e Roberto Ceccanti, Nicola Sacchini, Alessandro Sintucci e Luca Nobile, in una tavernetta con l'obiettivo di costruire un suono intorno ad una manciata di canzoni scritte da Andrea. Dopo anni di prove e concerti nell'hinterland cesenate nel 2006 veniamo invitati a Radio Deejay da Alessio Bertallot che aveva apprezzato un nostro demo passatogli da un'amica. Splendidi Nuovi Errori, in una versione piuttosto diversa da quella inclusa nell'album dell'anno scorso, viene inclusa nella compilation Altrisuoni Italiani pubblicata da V2. Negli anni continuiamo a trovarci, fare prove, cambiare e stravolgere canzoni. Il 2008 vede l'uscita di Qualcuno EP, prima fotografia di quello che sara l'album "Dora Markus" dell'anno scorso.

 

 

2. Ascoltando il vostro album omonimo uscito lo scorso anno affiora una delicatezza melodica e una capacità testuale rilevante. Come nascono i vostri pezzi? Come avviene l'unione musica+parole?

DORA MARKUS: Inizialmente arriva la musica e qualche parola mugugnata sopra a definire le melodie. Su questo scheletro, spesso registrato chitarra e voce, lavora il gruppo, proponendo arrangiamenti, aggiungendo colori e potenzialmente stravolgendo le intenzioni iniziali. La musica che senti nel disco e' il risultato di anni di "lotte" fra i membri del gruppo per trovare suoni e arrangiamenti che tutti potessero ritenere propri. I testi invece li scrivo in autonomia e tipicamente in un secondo momento rispetto alla musica.

 

 

3. Come definireste la vostra musica con tre aggettivi?

DORA MARKUS: Questa e' difficile. Forse: "crepuscolare", "intima"... il terzo non mi viene, accontentiamoci di due.

 

 

4. Quali sono i vostri orizzonti a breve e lungo termine? Tour? Nuova pubblicazione? Collaborazioni?

25316 429797659941_39108879941_5506440_7817481_n

DORA MARKUS: In questo momento siamo in pausa a tempo indeterminato, assorbiti da lavoro e famiglie. Gli amici si lamentano,spronandoci a riprendere gli strumenti in mano, ma per il breve termine non sono previsti concerti o tour. Sto scrivendo nuovo materiale e presto sara' ora di registrarlo. Non mi e' ancora chiaro se sara' un nuovo disco dei Dora Markus o un progetto con un altro nome... comunque e' molto probabile che chiedero' agli altri membri del gruppo di darmi una mano per le registrazioni.

 

 

5. Cosa significa per voi "fare musica"?

DORA MARKUS: Ha significato a lungo trovarci in una tavernetta e scornarci in cerca di un suono, quel suono che ami nei dischi. Rendere reale quello che risuona in testa, condividerlo, riconoscersi nel suo significato. E significa anche l'esperienza umana che ci sta attorno, i posti e le persone che incontri quando ti muovi per suonare.

 

 

6. Voi siete di Bologna; secondo voi oggi si può parlare di una "scena bolognese"? Come definireste i luoghi dedicati alla musica in una città come Bologna?

DORA MARKUS: In realta' solo io sono residente a Bologna, gli altri tre membri del gruppo vivono in Romagna, quindi non so bene come rispondere a questa domanda. Direi che in tutta italia questo e' un momento di difficolta' per la musica emergente, per la mancanza di investimenti a supporto. Le band hanno imparato a fare tutto da se, dalla registrazione al design delle magliette all'organizzazione dei tour, aggirando in parte i limiti del sistema. Bologna e' ricca di locali attenti alla musica emergente, non saprei pero' dire se ci sia una "scena"... Un posto sicuramente speciale per me e' la scuola di musica popolare Ivan Illich nel quartiere Navile. Lontana dalle scene e dalle "mode", un luogo dove si puo' imparare tanto.

 

Ascolta DORA MARKUS in streaming

 

  • Visite: 2621